Nel mondo dello sport ci sono storie che ispirano e rimangono impresse per sempre. Una di queste è quella di Cliff Young, un contadino australiano che, a 61 anni, divenne una leggenda nel mondo della corsa. Con la sua tenacia, umiltà e determinazione, Cliff dimostrò che i limiti sono spesso solo nella nostra mente. Questo è il racconto del suo straordinario trionfo nella ultramaratona Sydney-Melbourne del 1983, una gara di 875 chilometri che cambiò per sempre la sua vita e la percezione del possibile.
La vita semplice di Cliff Young
Cliff Young nacque nel 1922 a Victoria, in Australia, da una famiglia di contadini poveri. Crebbe lavorando nella fattoria di famiglia, un’area di otto chilometri quadrati popolata da circa 2.000 pecore. La sua infanzia e gioventù furono segnate da lunghi giorni di lavoro, spesso senza alcun accesso a mezzi di trasporto come cavalli o automobili.
Per radunare le pecore durante le tempeste, Cliff correva instancabilmente per giorni. Questo stile di vita gli forgiò una resistenza straordinaria, anche se all’epoca non immaginava che questa capacità sarebbe diventata una dote eccezionale nella corsa di lunga distanza. Fu solo a 57 anni che Cliff iniziò a partecipare a gare ufficiali, scoprendo una passione per le ultramaratone e affrontandole con la stessa semplicità con cui affrontava la vita quotidiana.
L’ultramaratona Sydney-Melbourne: un’impresa leggendaria
Nel 1983, Cliff si iscrisse alla ultramaratona Sydney-Melbourne, considerata una delle gare più dure al mondo. Gli altri partecipanti erano atleti professionisti sotto i 30 anni, sponsorizzati e dotati di equipaggiamenti moderni. Cliff, invece, si presentò alla partenza con una tuta da lavoro e delle galosce sopra gli stivali, l’immagine di un uomo comune che sembrava fuori posto tra i corridori.
Gli esperti prevedevano che non sarebbe sopravvissuto nemmeno al primo giorno. La strategia comune degli altri atleti prevedeva di correre per circa 18 ore al giorno e dormire per le restanti sei ore. Cliff, invece, non seguì alcuna tattica professionale: corse senza fermarsi, giorno e notte, proprio come faceva mentre radunava le pecore nella sua fattoria.
Mentre gli altri riposavano, Cliff continuava a correre con il suo passo lento ma costante, ribattezzato “lo shuffle di Cliff”. Alla fine del quinto giorno, sorprese il mondo tagliando per primo il traguardo in 5 giorni, 15 ore e 4 minuti, con un distacco di 10 ore sul secondo classificato. Non solo vinse la gara, ma stabilì un nuovo record per la competizione, diventando una leggenda dello sport.
L’umiltà di Cliff Young
Dopo la vittoria, Cliff stupì ancora una volta tutti con un gesto di grande umanità. Il premio in denaro di 10.000 dollari fu distribuito equamente tra tutti i partecipanti, senza tenere nulla per sé. Quando gli chiesero il motivo, Cliff rispose semplicemente: “Non mi sono iscritto per vincere soldi, ma per vedere se riuscivo a farcela”.
Questo atto di generosità, insieme alla sua impresa, lo rese un eroe nazionale in Australia. Cliff divenne il simbolo di una filosofia di vita basata su perseveranza, altruismo e modestia.
Gli anni successivi: Nuovi record e sfide di Cliff Young
Dopo la sua incredibile vittoria, Cliff continuò a correre per il resto della sua vita, partecipando a numerose gare e stabilendo nuovi record. Tra le sue imprese più significative:
- 1997: Tentò un percorso di 16.000 chilometri attraverso l’Australia per raccogliere fondi a favore dei bambini senza tetto.
- 2000: Stabilì un record mondiale nella maratona di sei giorni, completando la gara all’età di 78 anni.
- Anche dopo aver contratto un cancro negli ultimi anni della sua vita, Cliff rimase un esempio di forza d’animo e resilienza.
L’eredità di Cliff Young
Cliff Young morì nel 2003, ma la sua storia continua a ispirare generazioni di atleti e sognatori. La sua incredibile impresa ha lasciato un segno profondo nello sport, dimostrando che la determinazione e la forza interiore possono superare qualsiasi ostacolo.
Tra i suoi principali contributi al mondo della corsa:
- La nascita dello “shuffle di Cliff”, una tecnica di corsa lenta e costante adottata da molti ultramaratoneti per preservare energie durante le gare.
- Il suo approccio minimalista alla corsa ha dimostrato che non è necessario avere equipaggiamenti sofisticati o sponsor per realizzare grandi imprese.
Oggi, Cliff è ricordato non solo come un atleta straordinario, ma come un uomo che ha corso verso i suoi sogni con umiltà, generosità e un sorriso sincero.
Cliff Young Ultramaratona Sindey-Melbourne 1983- VIDEO
Nel video che segue, ecco alcuni momenti dell’incredibile impresa di Cliff Young alla Ultramaratona Sidney-Melbourne del 1983.
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