Superstizioni nel Paddock di Formula 1: Scaramanzia in Pista

Scopriamo alcune delle superstizioni più particolari con protagonisti i piloti di Formula 1.

Nel mondo iper-tecnologico della Formula 1, dove ogni millesimo di secondo conta e ogni componente è frutto di calcoli perfetti, c’è ancora spazio per qualcosa di profondamente umano: la superstizione. Piloti tra i più veloci e razionali del pianeta non rinunciano ai propri riti scaramantici, amuleti portafortuna o strane abitudini. Perché, quando sei a 300 km/h, anche un piccolo gesto può darti la convinzione di avere quel pizzico di fortuna in più.

In questo articolo, esploriamo le superstizioni più famose del paddock, da Sebastian Vettel che dà nomi femminili alle sue monoposto a Lewis Hamilton e il suo legame con un particolare oggetto portafortuna. Una panoramica tra fede personale, routine e… un pizzico di magia, che coinvolge anche alcuni dei più grandi piloti di tutti i tempi,

Sebastian Vettel e le “sue ragazze”: i Nomi delle Macchine

Tra le superstizioni più note e simpatiche in Formula 1 c’è sicuramente quella di Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo con la Red Bull. Fin dal suo debutto, Seb ha preso l’abitudine di dare un nome femminile a ogni sua monoposto, come se fosse una compagna di avventure. Non lo fa per marketing, ma per affetto.

Ecco alcuni esempi:

  • “Kate’s Dirty Sister” – Red Bull RB5 (2009)

  • “Luscious Liz” e “Randy Mandy” – RB6 (2010)

  • “Kinky Kylie” – RB7 (2011)

  • “Abbey”, “Eva”, “Lucilla” – in Ferrari tra il 2015 e il 2018

  • “Honey Ryder” – Aston Martin (2021), ispirata alla Bond Girl

Per Vettel, è un modo per umanizzare la macchina, creare un legame e anche mantenere un po’ di leggerezza in un ambiente estremamente competitivo. Ha sempre detto che le sue vetture erano “più di un pezzo di metallo” e che meritavano un’identità. Una superstizione che, a quanto pare, gli ha portato piuttosto bene.

Lewis Hamilton e il suo amuleto portafortuna

Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, è conosciuto per la sua spiritualità e per la profonda connessione con l’universo, la musica e la meditazione. Tra le sue superstizioni più conosciute c’è l’uso di un amuleto portafortuna, spesso visibile anche in pista.

Uno degli oggetti a cui tiene di più è un ciondolo tibetano, che rappresenta protezione e fortuna. In diverse interviste ha raccontato di averlo ricevuto da una persona importante per lui e che lo accompagna in molti momenti della sua carriera. Anche se non sempre lo porta in macchina per motivi di sicurezza, è spesso con lui nel pre-gara.

Hamilton ha detto più volte di credere nel potere dell’energia positiva e nella visualizzazione mentale: ogni fine settimana si prende del tempo per concentrarsi, meditare e “allineare” le sue vibrazioni. Per alcuni può sembrare new age, ma per lui è parte integrante della sua preparazione.

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Routine e rituali: il lato nascosto della F1

Al di là degli oggetti e dei nomi, molti piloti seguono rituali molto precisi, che rasentano la scaramanzia. Alcuni esempi:

  • Kimi Räikkönen indossava guanti e casco sempre nello stesso ordine, e odiava che qualcuno toccasse la sua attrezzatura prima della gara.

  • Daniel Ricciardo, noto per il suo sorriso, non rinunciava mai a indossare un calzino particolare per la gara, o a saltare in macchina da un lato specifico. Usava anche celebrare le vittore bevendo champagne dalla scarpa.

  • Fernando Alonso ascolta la stessa playlist motivazionale da anni durante il warm-up.

  • Alcuni piloti evitano numeri specifici o colori ritenuti “sfortunati”, come il verde, evitato da molti nel mondo delle corse (una superstizione che risale agli anni ‘50).

Il Paddock è anche Psicologia

Ma perché un pilota che viaggia su bolidi da milioni di euro, armato di dati e ingegneria, dovrebbe credere alla fortuna? La risposta è più semplice di quanto sembri: le superstizioni aiutano a gestire lo stress.

Avere un rituale, un oggetto o una routine aiuta a trovare calma in un ambiente sotto pressione, a sentirsi “in controllo” anche quando l’imprevedibilità è all’ordine del giorno. Per alcuni è una forma di scudo psicologico, per altri un modo per connettersi con sé stessi prima della battaglia.

Superstizioni in Formula 1:  Tradizione e DNA del Pilota

Nel mondo della Formula 1, dove tutto sembra scientifico e misurabile, le superstizioni restano un elemento sorprendentemente presente. Che si tratti di un nome, un ciondolo, una musica o una semplice abitudine, ogni pilota ha il suo piccolo “segreto” da cui non si separa.

E alla fine, forse è proprio questo mix di razionalità e umanità a rendere la Formula 1 così affascinante: dietro i caschi ci sono persone, con le loro paure, speranze e piccoli gesti che li fanno sentire invincibili.

Sebastian Vettel e il Nome della SF19 – VIDEO

Nel video che segue, il pilota Sebastian Vettel rivela il personale nome che ha scelto per la SF19 della Ferrari.

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