Dion Waiters, il caprino dei Lakers!

La carriera sregolata e piena di alti e bassi di Dion Waiters, l'enormemente talentuoso ma anche alle volte disastroso cestista NBA dal carattere piuttosto scoppiettante.

Per chi conosce il basket universitario americano, dire una cosa del genere sarebbe come vantarsi di aver imparato a difendere da Zeman. Eppure la citazione racconta molto di Dion Waiters, giocatore che nel corso della sua carriera è riuscito a cambiare status (da “promessa” ad “impiastro”, passando per “dai che magari questa è la volta buona”) con lo stesso nonsense che caratterizza le sue penetrazioni al ferro.

Dion Waiters e gli inizi

Il nativo di Filadelfia infatti è così: un carrarmato casinista, convinto di spaccare il mondo oltre l’evidenza. Come anticipato, l’esperienza al college di Dion Waiters racchiude per certi versi quella che è la sua intera carriera NBA. Lo storico allenatore di Syracuse, Jim Boheim, commentò cosi il suo atteggiamento durante il suo primo anno da rookie: “Dion non aveva alcun motivo per essere frustrato, perché sbagliava tutto al 100%. Non aveva assolutamente mai giocato in difesa. Neanche un po’. Niente.”

Dion però non è esattamente uno che si arrende, e nel giro di un anno si mette in forma dal punto di vista fisico e cambia la sua attitudine sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale. Pur non riuscendo a conquistare il posto da titolare, si conquista infatti (nelle giornate buone) una credibilità in difesa e riesce a dare il suo contributo in uscita dalla panchina, tanto che finito il college i Cavaliers lo chiamano al numero 4 al Draft.

Il trasferimento ai Thunder

Nonostante le tante speranze però l’esperienza ai Cavs non è delle più positive, la convivenza con Lebron James si rivela più complicata del previsto e così, dopo quattro anni di militanza, viene scambiato con gli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook e Kevin Durant. Decisamente altri due compagni di squadra abbastanza scomodi per uno con un ego come il suo.
Così, anche qui non riesce a guadagnarsi un posto di primo piano come sperato, e al povero Dion non resta che prendere nuovamente armi e bagagli e trasferirsi finalmente nella ridente Miami.

Al top con gli Heat

Proprio negli Heat vive probabilmente i migliori momenti della sua carriera. Certo, il 2016 è anche l’anno in cui una prestazione difensiva ai limiti dell’horror gli vale un memorabile montaggio video ed il simpatico nickname di “Celine Dion” Waiters. Lo trovate in coda a questo articolo, e vi consigliamo di non perdervelo!
Però, quando torna in campo dopo un infortunio che lo costringe a saltare 20 partite, riesce finalmente ad imporsi e a portare i suoi fino al primo turno dei playoff. Uno sforzo che gli varrà un contrattone da 52 milioni di euro per 4 anni, a premiare questo “exploit”. Anche se la sfiga purtroppo gli presenterà il conto l’anno dopo, visto che un altro brutto infortunio lo costringerà a saltare praticamente tutto il 2018.

Interviste velenose

Tuttavia nonostante non possa mettere piede in campo fino al gennaio di quest’anno, il nostro Dion non si lascia abbattere e ci regala alcune interviste in cui mostra una volta di più il suo caratterino non esattamente dei più accomodanti. “So di essere meglio di un sacco di gente in questa motherf***ing league” dichiarava il buon Waiters a gennaio, prima di ricominciare a calpestare i parquet “Ve la farò vedere. So di potercela fare”.
E a chi gli predicava di avere pazienza dopo l’infortunio, rispondeva invece con un eloquente “F**k patience!”.

Dion Waiters oggi

Purtroppo per Dion, la stagione 2018/2019 si è conclusa con una bassa media punti, mentre nella prima metà della 2019/2020 disputa solo 3 partite a causa di frizioni con i Miami Heat . Finito ai margini, arriva alla rottura e alla risoluzione del contratto
Il 6 febbraio 2020 viene ceduto via trade ai Memphis Grizzlies, che però incredibilmente lo tagliano dopo due giorni. A inizio marzo 2020 viene quindi ingaggiato dai Los Angeles Lakers al minimo salariale.
La speranza è che il nostro capretto torni adesso a correre e metter punti, per tornare a buoni livelli e trovare il suo posto in squadra. Non sappiamo ancora se sarà l’arma in più o se affonderà i suoi con una delle sue prestazioni ignoranti fino all’inverosimile, ma per noi ovviamente comunque vada sarà un successo.
Forza Dion, “your heart will go on!”

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