William Garbutt il primo “Mister” d’Italia

L'allenatore inglese William Garbutt è stato una figura di enorme importanza per il calcio italiano. Ha vinto molto, stabilito primati storici ed influenzato profondamente il mondo del pallone in Italia.

Quando si pensa ai pionieri del calcio italiano, il nome di William Garbutt non è tra i primi che vengono in mente, eppure l’importanza di questo allenatore inglese è stata enorme. Il nostro calcio deve infatti molto al primo “mister” d’Italia, che ha allenato per 36 anni nel nostro paese e, scoperta recente, è stato anche la guida della Nazionale “Azzurra” per 6 partite.
Perché è stato così importante? e perché sarebbe il primo “mister”? Andiamo con ordine e ripercorriamo la sua storia.

William Garbutt, un calciatore sfortunato

Nato appena fuori Stockport nel 1883, Garbutt era un calciatore professionista che ha giocato come ala destra per squadre come Reading, Arsenal e Blackburn Rovers. Purtroppo, la sua carriera venne rovinata da un grave infortunio che lo costrinse al ritiro a soli 29 anni.
Questa enorme delusione spinse Garbutt a lasciare l’Inghilterra per cercare di dimenticare, e ad intraprendere l’insolita strada, per l’epoca, della ricerca di un lavoro all’estero. Emigrò quindi nel 1912 in Italia, a Genova, con l’ambizione di trovare un impiego come portuale. Ma, stavolta, un “colpo di fortuna” diede una svolta, finalmente positiva, al suo destino.

L’incontro con Pozzo e l’approdo al Genoa

William Garbutt venne infatti avvicinato dal futuro allenatore della Nazionale dell’Italia, Vittorio Pozzo, che lo aveva visto giocare per il Blackburn Rovers. Pozzo era già molto influente, e suggerì il suo nome al Genoa, che lo assunse come allenatore della prima squadra nel luglio 1912.
I rossoblù trassero enorme vantaggio dall’esperienza che Garbutt aveva acquisito durante i suoi giorni da giocatore professionista in Inghilterra. Garbutt prese le redini dei “Grifoni” nel 1912, ed introdusse un nuovo regime di allenamento mai visto prima in Italia. Concentrandosi sulla forma fisica, la tattica e l’abilità tecnica dei suoi giocatori i risultati furono presto evidenti, con il Genoa che finì secondo nel Campionato 1912/1913.
Inoltre, Garbutt fu il primo allenatore a chiedere di essere chiamato “mister”, di fatto introducendo questo termine nel calcio italiano per la primissima volta.

William Garbutt allenatore della Nazionale Italiana

Per un anno, esattamente dal 1 maggio 1913 al 17 maggio 1914, Garbutt fu anche allenatore della Nazionale Italiana di calcio, guidandola per sei partite amichevoli. Il bilancio complessivo fu di tre vittorie, due pareggi e una sconfitta.
Garbutt fu quindi il primo allenatore straniero dell’Italia, una significativa e recente scoperta frutto di un accurato lavoro di ricostruzione storica portato avanti dalla Fondazione Museo del Calcio. E una conferma dell’importanza di Garbutt per il calcio italiano, che rende giustizia al britannico riconoscendolo nel prestigioso elenco dei tecnici che hanno guidato gli “Azzurri” nella loro ultracentenaria storia.

William Garbutt e i 3 Scudetti col Genoa

Nel 1915 Garbutt, con il Genoa, vinse il suo primo scudetto nell’anno dello scoppio della prima guerra mondiale. Tuttavia, suscitò numerose polemiche la decisione della Federcalcio italiana di assegnare il titolo ai rossoblu, in quanto non avevano ancora matematicamente vinto il campionato quando l’inizio del conflitto interruppe la stagione. Mister Garbutt ha servito il suo paese durante la guerra e, al termine delle ostilità, è tornato in Italia.
Alla ripresa del campionato, l’inglese ha trasformato il Genoa in una squadra imbattibile, che ha vinto lo scudetto 1922/1923 senza nemmeno una sconfitta. La stagione successiva i rossoblù di Garbutt hanno confermato il titolo, l’ultimo dei nove Scudetti totali nella storia del Genoa.

Garbutt primo allenatore della AS Roma

Dopo aver aiutato Vittorio Pozzo a preparare la squadra italiana per le Olimpiadi del 1924, Garbutt decise di intraprendere una nuova avventura. Nel 1927/1928 l’inglese assunse infatti la guida dell’AS Roma, la neonata squadra della Capitale di cui divenne il primo allenatore della storia.
Durante i suoi due anni di mandato portò il club giallorosso al successo in Coppa Coni, l’allora equivalente dell’odierna Coppa Italia.

William Garbutt e gli anni a Napoli

Dopo l’avventura romana, l’inglese passò al Napoli. Durante le sue sei stagioni con i Partenopei, giunse al terzo posto in tre occasioni consecutive (1932-1934), miglior piazzamento di sempre del club fino a quel momento. Mentre vivevano a Napoli, Garbutt e sua moglie hanno adottato una giovane ragazza orfana di nome Concettina Ciletti, una scelta che lo rese ancora più amato dai napoletani. Lasciò Napoli nel 1935.
Di questo periodo rimane storica una sua frase all’interno dello spogliatoio del Napoli, arrivata a noi tramite la testimonianza del calciatore Athos Zontini. Garbutt, appena nominato allenatore della squadra, disse: “Se tra voi c’è qualche fuoriclasse lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò soltanto dei grandi giocatori. Cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande, il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore, e neanche un mediocre giocatore. È soltanto nulla, quindi può vestirsi ed andarsene subito”.
Una dichiarazione che racconta perfettamente il “credo calcistico” ed il carattere del mister inglese.

Garbutt in Spagna e poi al Milan

Continuando il suo viaggio sportivo lontano dalla sua terra natale, Garbutt emigrò in Spagna, dove vinse al primo colpo il titolo spagnolo con l’Athletic Bilbao prima di fuggire dal paese allo scoppio della guerra civile.
Garbutt tornò così ancora una volta in Italia, questa volta per dirigere il Milan per parte della stagione 1936/1937, rilevandolo a campionato in corso e portandolo dal decimo ad un ottimo quarto posto.

Il ritorno al Genoa, una nuova guerra e la tragedia familiare

Nonostante abbia avuto successo anche altrove nella penisola, il Genoa è stato senza dubbio il club più amato da Garbutt. Così, nel 1937/1938 ecco il ritorno nella sua “seconda casa”. Il mister inglese ha preso di nuovo in mano il “Grifone” arrivando subito terzo. Tuttavia il suo mandato fu nuovamente interrotto, questa volta dall’inizio della seconda guerra mondiale. Durante questi anni bui, l’alleanza dell’Italia con la Germania fece sì che Garbutt e la sua famiglia subissero un periodo di internamento e, temendo per la propria vita, assumessero una falsa identità. I Garbutt, in incognito, si stabilirono a Imola, dove si consumò una vera tragedia, poiché la moglie rimase uccisa nel maggio 1944 durante un bombardamento.

Gli ultimi anni di William Garbutt

Anche questa guerra finì e l’esperto allenatore, il 22 settembre 1946, riprese la guida del Genoa contro il Brescia allo Stadio Luigi Ferraris. Il pubblico si alzò per applaudire l’ormai anziano inglese, tributandogli una standing ovation. Garbutt chiuse la sua illustre carriera nel 1949, quando si è ammalato.
Nel 1951, l’icona del Genoa lasciò la città con il cuore pesante, tornando in Inghilterra. William Garbutt morì all’età di 84 anni assistito dalla figlia adottiva italiana, ed i giornali del nostro paese resero ampi omaggi alla sua figura e alla sua carriera. Tristemente, al contrario, nessun giornale britannico scrisse neanche un necrologio.

L’eredità di Garbutt nel calcio italiano

“Mister” William Garbutt è stato un pioniere che ha intrapreso una strada che anche gli inglesi di oggi, pur avendo enormi facilitazioni in più, sono molto riluttanti a intraprendere. Ha portato il Genoa a livelli altissimi che, da allora, il club non è più stato in grado di raggiungere. Garbutt è stato poi il primo allenatore straniero della nostra Nazionale ed, anche, il primo in assoluto della AS Roma.
I suoi successi in Italia e in Spagna ed il suo calcio innovativo hanno lasciato un’eredità duratura, ed il contributo di Garbutt al calcio italiano, dove ha allenato per 36 anni, è veramente inestimabile. Ecco perché merita di essere ricordato come uno dei padri del calcio “azzurro”.

William Garbutt Story – VIDEO

Nel video che segue viene ripercorsa la storia del William Garbutt e la sua importanza per il calcio italiano.

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