Carlos Raposo: una storia del…”Kaiser”!

Storia di un vero fenomeno dell'inganno più che del pallone, capace di truffare squadre, presidenti ed allenatori e firmare contratti pluriennali... senza saper giocare a calcio!

Anno 1963, a Rio de Janeiro nasce Carlos Raposo in arte il “Kaiser”. Un soprannome derivato dalla sua somiglianza fisica con un certo Franz Beckenbauer, anche se il campione tedesco, a parte il nomignolo, non avrà altro a che spartire con colui che, ad oggi, è conosciuto come il più grande “non calciatore” della storia.
Sebbene in Brasile i bambini abbiano nel DNA tutti i requisiti per diventare futuri calciatori, il nostro protagonista è nato senza alcun talento sportivo. Nonostante questo, Carlos Raposo è un vero e proprio supereroe, visto che è diventato calciatore professionista non sapendo nemmeno a cosa servisse il pallone.

Una carriera di finti infortuni

La sua “storia calcistica” comincia la maglia del Botafogo. Il giovane “Kaiser”, poco più che 20enne, è amico d’infanzia di Mauricio, centrocampista della nazionale brasiliana e proprio del Botafogo. Quest’ultimo quindi lo presenta alla dirigenza della squadra, come un fuoriclasse. Il “crack” tanto atteso, però, non arriverà mai, ma sarà piuttosto il suono della caviglia di Raposo, o almeno così lui farà credere a tutti. Simulando svariati infortuni, infatti, riuscì a non calcare mai il campo. Il suo non talento dunque non ebbe modo di essere scoperto.
L’anno successivo passò al Flamengo e, non potendo più contare su Mauricio, inventò un’altra magagna per non mostrare a tutti che con il pallone, in effetti, non c’entrasse un Kaiser. Durante gli allenamenti passava tutto il tempo al cellulare (all’epoca strumento per pochi) inscenando telefonate che giungevano da presunte squadre europee interessate al suo cartellino. Non allenandosi, al momento di entrare sul terreno da gioco per un motivo o per un altro risultava indisponibile. Anche la stagione al Flamengo lo vedrà così ribadire l’invidiabile record di 0 presenze in campo.

Genio (della truffa) e sregolatezza

La sua arte nel dissimulare era coadiuvata dai compagni di squadra, che in cambio di favori e festini gli coprivano le spalle simulando duri interventi ai suoi danni. E dove i compagni non potevano intervenire, il Kaiser giocava la carta del certificato medico, firmato da un amico dentista a cui allungava qualche mazzetta.
Raposo stesso lo racconta candidamente: “Chiedevo a un mio compagno di scontrarsi con me in area di rigore, e poi dicevo che mi faceva male un muscolo e stavo 20 giorni fermo. Quando le cose sono diventate più difficili mi sono fatto amico un dentista, che mi faceva finti certificati medici. Al medico davo i soldi e ai miei compagni garantivo compagnia e festini”

Raposo: un fascino senza limiti

La vera perla, però, Raposo la confezionò al Bangu, squadra Texana, di proprietà del magnate delle scommesse illegali Castor de Andrade. Fu proprio il presidente a volerlo e ad accoglierlo come fenomeno nel team, tanto che in una partita in cui il Bangu perdeva 2-0 ordinò all’allenatore, tramite walkie-talkie, di calare l’asso Raposo. Messo alle strette, il Kaiser non poteva rifiutarsi di scendere in campo e allora il lampo di genio. Iniziò a litigare con un avversario e si fece espellere prima di entrare.
Il presidente adirato scese negli spogliatoi, deciso ad avere “la testa di Raposo”, ma capitolò anche lui di fronte al fascino del Kaiser, che lo convinse di essere nella ragione.

La fine del Kaiser

Vi starete a questo punto chiedendo se questa folle ed incredibile storia ebbe un’indecorosa fine e se i suoi inganni vennero scoperti? In realtà no! Raposo fu in grado di perpetrare la recita per ben 20 anni, firmando 10 contratti con squadre professionistiche.
La sua incredibile storia ha ispirato libri, film, leggende ed anche il sedicente calciatore olandese Bernio Verhagen, che nel 2019 ha cercato di emulare le sue gesta.
Ma “Il Kaiser” ha soprattutto illuminato tutti noi, rimasti folgorati dalla sua arte di nascondere la sua totale incapacità col pallone sotto strati di purissima lana caprina!

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