La lunga chioma, la faccia da topo cui deve il soprannome “El Ratòn” e quelle incredibili abilità senza palla che, come scrisse il giornalista Paolo Condò in un editoriale dell’epoca, “lo renderebbero il miglior giocatore del mondo, se il calcio si giocasse senza pallone”. Sergio Zarate, oggi procuratore del fratello Mauro, è stato un attaccante rimasto celebre come uno dei più grandi bidoni transitati nel calcio italiano.
El Ratòn Sergio Zarate
Sergio Zarate nasce ad Haedo, in Argentina, nel 1969. Maggiore di cinque fratelli, è alto 1,70 cm per 67 kg. Trequartista molto rapido, cresce nelle giovanili del Velez Sarsfield, con cui esordisce nel 1987.
Dopo quattro stagioni in cui mette a referto 72 presenze e 13 reti si trasferisce in Bundesliga al Norimberga nell’estate del 1991. L’annata tedesca lo mette in grande evidenza, con 42 gettoni e 9 gol che gli regalano anche la prima (ed unica) convocazione nella Nazionale Argentina. Tutto ciò ingolosisce il presidente Longarini della neopromossa Ancona, alla ricerca di un “colpo ad effetto”. La formazione marchigiana, per la prima storica promozione in Serie A, sceglie così proprio Zarate come “uomo simbolo”. E lo presenta in grande stile con una serie di manifesti del ragazzo con la maglia dell’Argentina che portano ad un vero e proprio boom di abbonamenti.
Sergio Zarate all’Ancona
Nell’estate 1992 Sergio Zarate sbarca quindi in Serie A, anche se nascerà presto un contenzioso tra Longarini ed i tedeschi che vedrà tornare al mittente il giocatore per insolvenza del presidente anconetano nel mercato di gennaio del 1993. Nei sei mesi italiani Zarate ha comunque il tempo di rendersi indimenticabile diventando un bersaglio fisso della Gialappa’s Band per i suoi incredibili errori sottoporta e la forte somiglianza con l’attore comico Alvaro Vitali, alias “Pierino”.
Con l’Ancona gioca 11 partite, distinguendosi per l’indolenza tattica e i madornali errori tecnici. Riesce però a segnare addirittura 2 reti, realizzate entrambe il 25 Ottobre 1992 contro il Foggia di Zeman, non certo noto per un’esaltante fase difensiva. A gennaio, quindi, ecco il ritorno al Norimberga, visto che il club dorico non aveva i soldi per saldare il suo acquisto.
Gli anni di Zarate tra Germania e Messico
Rientrato in Bundesliga, veste per la stagione 1993/1994 la maglia del Norimberga mettendo a segno 13 gol in 27 partite che sembrano rilanciarne la carriera. L’anno successivo viene quindi ingaggiato dall’ambizioso Amburgo ma l’avventura è sfortunata, e si conclude con soltanto 1 rete in 11 gare.
Nel 1995 decide quindi di trasferirsi in Messico, trovando nel Necaxa la squadra ideale per esprimere il suo calcio e togliersi soddisfazioni. Vince infatti 2 Campionati Messicani, 1 Supercoppa del Messico ed anche la Coppa dei Campioni del Nord America, ovvero la CONCACAF Champions’ Cup del 1999.
In totale, in questo quadriennio in Messico totalizza 154 presenze realizzando 45 reti, trascorrendo la stagione 1997/1998 in prestito al Club America.
Ultimi anni e ritiro di Zarate
Nel 1999/2000 rientra in Argentina al Velez per un’esperienza fallimentare, torna quindi altri due anni in Messico, al Puebla, mettendo a referto 36 presenze e 6 gol, prima del ritiro avvenuto al termine della stagione 2002/2003, disputata nelle serie minori argentine con la maglia del Deportivo Merlo.
Da quel momento è diventato procuratore sportivo, dedicandosi alla cura degli interessi di tre dei suoi quattro fratelli diventati anch’essi calciatori: Ariel, Rolando e l’ex Lazio ed Inter Mauro Zarate.
Video Zarate
Nel video che segue ecco i 15 gol più belli realizzati da Sergio Zarate durante la sua carriera.
Perfetta dimostrazione di come un video opportunamente montato… possa far sembrare oro ciò che, decisamente, non lo è!