L’ultima intervista di Maradona

Le parole di Diego Armando Maradona nella sua ultima intervista ufficiale, rilasciata pochi giorni prima della sua prematura scomparsa che ha sconvolto il mondo del calcio.

Il 25 novembre 2020 il mondo del calcio ha pianto la scomparsa dell’immenso Diego Armando Maradona. Il leggendario “Pibe de Oro”, che aveva compiuto 60 anni il 30 ottobre, è scomparso a seguito di un arresto cardiorespiratorio mentre si trovava nella sua casa di Tigre, alla periferia di Buenos Aires. Qualche giorno prima aveva subito una delicatissima operazione al cervello.
Raccogliamo in questo articolo le parole dell’ultima intervista di Maradona, rilasciate al quotidiano argentino El Clarìn pochi giorni dopo il compleanno del campione argentino.

Le ultime parole di Maradona

“Sono molto felice. Il calcio mi ha dato tutto quello che ho, più di quanto avrei mai immaginato. E se non avessi avuto problemi di dipendenza, avrei potuto giocare molto di più. Ma oggi quello è passato, sto bene e ciò che rimpiango di più è non avere i miei genitori. Esprimo sempre quel desiderio, un giorno in più con mia madre, “La Tota”, ma so che dal cielo è orgogliosa di me e che è molto felice”.
Quando gli domandano cosa desideri di più in questo momento, il campione risponde così: Il mio augurio è che questa pandemia passi il prima possibile e che la mia Argentina possa andare avanti. Voglio che tutti gli argentini stiano bene, abbiamo un bel Paese e confido che il nostro presidente saprà tirarci fuori da questo momento. Mi rattrista molto quando vedo bambini che non hanno abbastanza da mangiare, so com’è avere fame, cosa si prova a non mangiare per diversi giorni e questo non può accadere nel mio Paese. Questo è il mio desiderio, vedere gli argentini felici, con il lavoro e il cibo ogni giorno“.

 

L’ultima intervista di Maradona: il saluto ai tifosi

L’ultima intervista di Maradona si conclude così, con “El Diez” che si congeda con un ultimo ringraziamento ai suoi tifosi: “Sarò eternamente grato alle persone. Ogni giorno mi sorprendono, quello che ho vissuto ritornando nel calcio argentino non lo dimenticherò mai. Ha superato quello che potevo immaginare. Perché sono stato fuori per molto tempo e a volte ci si chiede se le persone ti ameranno ancora, se continueranno a provare lo stesso. Quando sono entrato in campo a Gimnasia il giorno della presentazione ho sentito che l’amore con le persone non finirà mai“.

La morte di Maradona

Ma cosa è successo quel tragico 25 novembre? Proviamo a ricostruirlo: Alle 13:02 (ora argentina) arriva la notizia che nessun tifoso di calcio avrebbe mai voluto sentire: Diego Armando Maradona è morto.
Secondo la stampa argentina sono arrivate sul posto ben nove ambulanze, ma i tentativi di rianimazione sono purtroppo stati inutili.
Maradona era stato ricoverato d’urgenza il 3 novembre, pochi giorni dopo questa ultima intervista, per un coagulo di sangue al cervello che aveva richiesto un’intervento. Il medico personale del campione argentino aveva rassicurato tutti sul buon esito dell’operazione, rivelando che Maradona avesse già iniziato l’iter riabilitativo, pur ammettendo che non fosse stata un’operazione di routine, ma un intervento molto serio e pericoloso.

Chi era Diego Armando Maradona

Potremmo semplicemente dire “era il calcio”, e nessuno avrebbe da ridire. Durante la sua carriera Maradona si impose come il più grande calciatore di tutti i tempi, trascinando quasi da solo l’Argentina alla conquista del Mondiale del 1986 e regalando al Napoli ben 2 Scudetti, una Coppa Italia ed una Coppa Uefa.
Talento immenso nello sport, è stato però anche protagonista fuori dal campo, soprattutto per gli eccessi legati alla dipendenza dalla droga e dall’alcol. Celebri anche le sue amicizie con personaggi influenti come Fidel Castro, conobbe anche Freddie Mercury dei Queen e svariati vip di ogni epoca.
Sbocciato giovanissimo nell’Argentinos Juniors, firmò a 21 anni con il Barcellona, passando al Napoli a 24 anni dopo un gravissimo infortunio. Con gli azzurri realizzò 115 reti, centrò i già citati trionfi e strinse un legame ed un amore che andarono oltre il campo.
Chiuse la carriera, dopo una stagione al Siviglia, tornando in Argentina prima al Newell’s Old Boys e quindi Boca Juniors.

La Mano de Dios e il Gol del Secolo

Amatissimo con la maglia del Napoli, Maradona fu protagonista assoluto del Mondiale in Messico del 1986. Nei quarti di finale contro l’Inghilterra scrisse pagine indelebili della storia del calcio. Prima realizzò un gol toccando il pallone di mano, la famosissima e contestatissima “Mano de Dios”. Quindi, Maradona mise a segno anche il celebre “Gol del secolo” partendo da centrocampo, dribblando l’intera difesa inglese e depositando il pallone alle spalle del portiere inglese Peter Shilton. L’Argentina, vinse poi quel Mondiale imponendosi per 3-2 in finale contro la Germania.
Diego arrivò poi in finale (perdendola) anche nel Mondiale successivo, giocato in Italia nel 1990, mentre in quello del 1994 venne travolto dallo scandalo doping chiudendo il suo rapporto con la Nazionale albiceleste.

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