Eriberto, l’altra faccia di Luciano

La storia della doppia identità dell' esterno brasiliano che ha militato lungamente in Italia, mettendosi in particolare evidenza con il Chievo Verona. Una carriera dai due volti, ma anche dai due nomi.

Il caso Eriberto Luciano ha fatto scandalo all’inizio degli anni 2000. Una brutta storia “figlia” di un malcostume diffuso nel calcio, in particolare nei paesi più poveri dove è facile falsificare documenti e date di nascita ai giovani calciatori. Il tutto per facilitare il loro ingaggio nelle squadre professionistiche, facendoli apparire sotto età, con tutti i vantaggi che ciò comporta.
In questo modo, procuratori senza scrupoli riescono a “piazzare” questi ragazzi che, spesso poveri, accettano per avere l’opportunità di cambiare la propria vita in meglio. E’ successo a Taribo West, ed anche a Eriberto Luciano, ex protagonista della nostra Serie A del quale vi andiamo a raccontare la storia.

La doppia identità di Eriberto Luciano

Eriberto Luciano nasce il 3 dicembre 1975 a Rio De Janeiro. O meglio, quel giorno nasce Luciano Siqueira de Oliveira. Il ragazzo rimane presto orfano dei genitori, e cresce con la sorella e il cognato tra enormi difficoltà economiche. A 21 anni, senza lavoro ma mostrando un buon talento calcistico, gli viene proposto un documento falso per poter sostenere alcuni provini con le giovanili delle maggiori squadre brasiliane, che altrimenti lo avrebbero rifiutato perchè troppo “vecchio”. Così, nel 1996 diventa Eriberto Da Conceicao Silva, nato nel 1979. E, quindi, “ringiovanito” di 4 anni.
Con questo escamotage, Eriberto Luciano viene tesserato dal Palmeiras e “lanciato” nel calcio nella stagione 1997/1998, dove gioca 25 gare realizzando 5 gol e mettendosi in grande evidenza tanto da venire convocato nel Brasile Under 21.

Eriberto Luciano in Italia al Bologna

Le gesta della giovane e velocissima ala arrivano anche in Italia, ed il Bologna lo acquista per 5 miliardi di Lire nell’estate 1998. L’esperienza in rossoblu non è però positiva, Eriberto si fa notare infatti più per bravate extracalcistiche (soprattutto al volante) che per le prove sul campo. Il denaro e la fama sembrano avergli dato alla testa, viene anche fermato per ubriachezza così, dopo 2 mediocri stagioni, viene ceduto al Chievo Verona in Serie B. Lasciando Bologna nell’estate del 2000 con all’attivo 33 fumose presenze e 2 gol.

Gli anni al Chievo Verona e l’autodenuncia

A Verona, ammiriamo un nuovo Eriberto Luciano. Conquista subito la promozione in Serie A al primo anno, e la stagione seguente è un perno del “Chievo dei Miracoli” che arriva 5° in classifica qualificandosi alla Coppa UEFA. Il brasiliano è tra i migliori esterni del campionato, inarrestabile sulla fascia. Ha ottenuto notorietà, soldi, fama ma… qualcosa lo dilania dentro. E all’improvviso, ad agosto 2002, Eriberto decide di autodenunciarsi, rivelando il segreto della sua reale identità: “Non mi chiamo Eriberto, ma Luciano, non ho 23 anni ma 27. Non posso più fingere, voglio che mio figlio, almeno lui, si chiami col suo vero nome”. Era allo stremo anche perchè, durante gli anni, chi gli aveva procurato il documento falso aveva preteso continuamente denaro in cambio del silenzio. “Sarei potuto andare alla Lazio a guadagnare più soldi continuando a mentire, ma non ce la facevo più. Ora mi sono tolto un macigno dalle spalle e sono pronto a tutto. Anche alla squalifica o all’arresto».

La squalifica e il passaggio all’Inter

La notizia fece scalpore, e le conseguenze non tardarno ad arrivare. il 18 Settembre viene squalificato per 6 mesi “per avere volontariamente tenuto una condotta non conforme ai principi della lealtà, della probità e della rettitudine, nonché della correttezza morale e materiale”. Inizialmente, la pena era stata di 1 anno, ma venne ridotta per l’evidente pentimento e l’ammissione di colpa del calciatore.
Tornato in campo nella seconda parte della stagione 2002/2003, mette insieme 16 presenze e chiude l’annata e l’esperienza in gialloblù, trasferendosi all’Inter. Ma del vecchio Eriberto, oltre al nome sulla maglia (adesso Luciano), era svanito anche tutto il talento.

Luciano e il flop all’Inter

Tutti si aspettavano infatti che a questo punto il ragazzo avrebbe dovuto sentirsi più leggero, giocando ancor meglio con il ritorno al suo vero nome e la fine delle estorsioni che subiva. Invece l’Inter si ritrova un calciatore completamente diverso, brutta controfigura di quelo che aveva incantato con il Chievo. Eriberto è totalmente scomparso, e al suo posto c’è un Luciano involuto e irriconoscibile.
Con la maglia dell’Inter mette insieme solamente 5 presenze e già a metà stagione viene rispedito al mittente. Rientrando così al Chievo Verona con la speranza di ritrovare se stesso in un ambiente più tranquillo e familiare.

Fine carriera di Eriberto Luciano

Tornato al Chievo, vi resterà per 10 stagioni fino al 2013, senza più eccellere ma anche non demeritando particolarente. Indosserà anche spesso la fascia di capitano e diverrà quinto nella classifica di presenze assolute con la maglia gialloblù, e secondo per numero di apparizioni in Serie A . A 37 anni, passa quindi al Mantova in Serie C2, dove però il suo contratto viene rescisso dopo soli 2 mesi e 6 presenze, con conseguente ritiro dal calcio giocato.
Tornato in Brasile, ha investito in un residence a Florianópolis. Dal 2017, dopo il corso da allenatore a Coverciano, ottiene la possibilità di allenare fino alla Serie D. La sua prima esperienza è quella di vice di Luca Prina, nella Primavera del Chievo.

Nel video che segue una selezione di alcuni momenti di Eriberto Luciano con la maglia del Chievo, tra giocate importanti, assist ed apprezzabilissimi gol.

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