“Io sono il buon pastore” Parola di Taribo!

L'ex giocatore di Inter e Milan, il nigeriano Taribo West, roccioso difensore che mentì sulla sua data di nascita togliendosi 12 anni, è oggi diventato un pastore pentecostale.

Coppa UEFA 1997-1998, quarti di finale, in campo ci sono lo Schalke 04 e l’Inter. Sembrava uno dei momenti più bui del calcio italiano: Inter sotto di un gol al 92° ed inizio del supplementare, con i tifosi interisti pervasi da un gelo che non è quello delle fredde temperature delle lande tedesche, ma un gelo nel cuore, un gelo nell’anima.
Pochi secondi di un primo tempo supplementare che sembrano un’eternità. Ma poi la luce nel buio: punizione per l’Inter, cross in area, e, in quel mare in tempesta di corpi protesi sul pallone, svettano due bionde trecce. È Taribo West! Gol di testa e l’Inter vola verso quel successo che sarà la la conquista della Coppa UEFA.
Ma questa è un’altra storia. Perché? Perché quella di Taribo West è una storia nella storia. E’ un film nel film. Ed è una pellicola che ha tutto il sapore tipico delle gesta di un campione di lana caprina, con tanto di finale a sorpresa.

Taribo West, un talento precoce

Taribo nasce in Nigeria, nel suo DNA ha già tutti i tratti di un grande campione. Da bambino aiuta i genitori con il lavoro, girando per le strade vendendo dolci tipici del suo paese a base di fagioli. Ma tra una torta e l’altra, il piccolo Taribo sogna il pallone. Ed il giorno in cui il sogno diventa vocazione arriva così molto presto.
Taribo è ancora bambino, i genitori stanno andando a prendere i fagioli per le torte e restano stupefatti: i barattoli sono tutti vuoti e i fagioli tutti in aria. È una cosa incredibile: il piccolo Taribo sta palleggiando con tutti i legumi dei barattoli, e non ne fa cadere neanche uno!

Gli inizi di carriera di Taribo West

Inizia così la carriera calcistica. L’avvio però non è facile: il ragazzo infatti porta in sé un’anomalia, tipica dei calciatori caprini. È Žarko Zečević, ex presidente del Partizan, a capirlo, soltanto però nel 2002: Taribo dice di essere nato nel 1974, ma in realtà il suo vero anno di nascita è il 1962. Nulla di grave ovviamente, anzi una regola di norma, d’altronde i giocatori caprini sono così. Dentro maturi come le querce secolari, fuori vigorosi virgulti su cui il tempo non attecchisce. In ogni caso, l’Auxerre non nota la stranezza e lo tessera nel 1993. Credendolo 19enne ma, in realtà, portandosi a casa e lanciando nel mondo del calcio un 31enne
Arrivano i primi successi con la squadra francese. Taribo trascina i suoi a traguardi importantissimi, vincendo ben 2 coppe nazionali e 1 campionato. Si distingue particolarmente per essere un difensore arcigno, roccioso, solido: gli avversari cadono sotto i suoi tackle, i crociati si distorcono come se fossero davanti le mura di Gerusalemme, le spalle si lussano come se si scambiassero di posto.

L’approdo in Italia

Il giocatore non passa inosservato agli occhi dei grandi club italiani. L‘Inter, in modo particolare, è in cerca di un uomo leader in difesa, che sia anche pittoresco agli occhi dei tifosi, appariscente e intimidatorio verso gli avversari. Ma soprattutto che rimpiazzi il talento italiano cristallino di Beppe Bergomi.
In quegli anni, il direttore sportivo era il grande Sandro Mazzola, un paladino e genitore del calcio caprino. In uno dei suoi tanti viaggi in cerca di talenti passa per caso in Nigeria e, con l’occasione, decide di fermarsi in un bar (i bar in Nigeria sono molto rinomati…) per gustare un tipico dolce locale: una torta di fagioli. Qui il cameriere gli racconta la leggenda del “bambino che palleggiava con i fagioli”.
Mazzola però non crede nelle storie di folklore, semmai crede che in ogni storia di questo tipo ci sia un fondo di verità. Viene a sapere quindi che quel bambino è una realtà, in quel momento un calciatore vero e proprio.
Non tarda quindi la chiamata in Italia. Taribo West diventa un difensore dell’Inter, per una modica cifra, praticamente un affare: sei miliardi delle vecchie lire. Dopo Alexi Lalas, ecco il ritorno di una nuova capigliatura spettacolare nella nostra Serie A!

Taribo West eroe giramondo

Arriviamo quindi a quella fatidica partita di Coppa Uefa, dove la testa di West sovrasta tutte le altre e segna un gol che è come una firma nel grande libro della storia: il calcio caprino esiste!
Taribo è, come tutti i giocatori caprini, un uomo fedele e leale alla maglia, ma soprattutto agli ideali caprini, pochi svolazzi e tutta sostanza. Segue, dopo due anni, una meravigliosa carriera al Milan. Passerà poi per altri club di tutto il mondo, esportando così il puro modello caprino affinato in Italia in altre realtà calcistiche.
E venendo “scoperto” per quanto riguarda l’età reale, come già detto, solo nel 2002.

Taribo oggi, pastore di anime

Ma la storia non finisce qui. Anzi, questa meravigliosa storia caprina continua. Oggi Taribo West non è più un giocatore, bensì un prete. Un pastore (guarda caso…) della chiesa pentecostale. Qui istruisce i suoi adepti ai principi del caprinismo puro in quanto, come egli stesso sostiene, “solo chi è capra può capire il valore dell’essere pastorizzato”. Nella sede della sua Chiesa, fondata a Milano, spesso ricorda che “Non di solo calcio vive l’uomo. In verità vi dico: oggi viene un nuovo calcio che è dopo il calcio normale ma è sopra il calcio normale”. Lo tuona dal suo pulpito. È la parola di Taribo.

Parola di Taribo

Tutti i fedeli gli rendono omaggio, tutti pendono dalle sue labbra. Come non si potrebbe? La storia di West è testimonianza nel vero senso del termine: ci testimonia, infatti, che il calcio avanza spedito verso una metamorfosi e che lui, Taribo, è un tassello di questo calcio nuovo che si vuole affermare, così da generare altri e nuovi campioni. Da Taribo West, ed altri pochi eletti, derivano infatti i fenomenali giocatori che ogni domenica ci regalano perle pregiate di meraviglioso spettacolo. Avete presente CR7? Ecco, dimenticatevelo, l’esatto contrario è il prototipo del giocatore caprino.

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