Dario Hubner, “Tatanka il Bisonte”

Anti-divo per eccellenza, arrivato ultratrentenne in Serie A, Dario Hubner è stato capace di raggiungere traguardi eccezionali e impensabili, diventando il re dei bomber nel 2001/2002 e segnando, sempre, valanghe di gol.

Al termine della stagione 2001/2002, i migliori marcatori dei 3 campionati principali, Italia a parte, erano:

  • Thierry Henry, Arsenal, 24 gol e Campione della Premier League.
  • Raul, Real Madrid, 24 gol e Campione della Liga.
  • Marcio Amoruso, Borussia Dortmund, 18 gol e Campione della Bundesliga.


Tutti grandissimi attaccanti all’apice della loro carriera, protagonisti nelle migliori squadre dei rispettivi campionati. Insomma, una situazione piuttosto canonica, prevedibile. Questo non si può invece proprio dire andando a guardare il “re dei bomber” in Italia di quell’anno. La Serie A, probabilmente la migliore lega in Europa durante i primi anni 2000, aveva un cannoniere impronosticabile: Dario Hubner, Piacenza, 24 gol, ben 35 anni e arrivato al 12° posto con la squadra emiliana.


Dario Hubner Capocannoniere 2001/2002

Già, a farla da padrone in area di rigore non era stato uno dei tanti calciatori più forti del mondo presenti all’epoca in Serie A, ma questo 35enne di provincia che chiuse la stagione a soli 3 punti dalla retrocessione.
Dario Hubner
ha segnato 24 gol per il piccolo Piacenza, risultando determinante per la salvezza della sua squadra. Hubner ha condiviso il titolo di Capocannoniere di quell’anno con l’asso della Juventus David Trezeguet. Ma è chiaro che il nazionale francese, giocando in un top team al fianco di grandi come Del Piero, Nedved ecc… aveva avuto, oggettivamente, più facilità nel compiere tale impresa.
Eppure, Hubner ce l’aveva fatta, nonostante avesse oltretutto ben 10 anni di più, ma i difensori avversari non capivano come opporsi a questa vera e propria “bestia”. Si, perché Dario Hubner non aveva ovviamente il ritmo, l’agilità ed i colpi tecnici dei suoi rivali più giovani, ma era un combattente inesauribile e un attaccante spietato. Un vero bomber implacabile dell’area di rigore, che metteva in crisi alcuni dei migliori difensori del mondo settimana dopo settimana in Serie A


Dario Hubner detto “Tatanka il Bisonte”

Hubner era conosciuto come “Tatanka il Bisonte” in Italia, un soprannome dovuto alla sua corporatura imponente e solidissima e allo stile di gioco tutto improntato sulla potenza fisica.
Inoltre, non era nemmeno un atleta modello, o un divo come le star di oggi. Fumava regolamente sigarette (ed è infatti stato uno dei più noti calciatori fumatori) e altrettanto spesso beveva alcool e grappa, e il suo aspetto fisico tutto era tranne quello del tipico calciatore amato dalle ragazze.
Addirittura, un volta è stato visto fumare una sigaretta mentre era seduto in panchina, durante il suo periodo al Brescia. Oggi, un simile comportamento sarebbe considerato scandaloso, ma quello era Dario Hubner, un personaggio autentico, genuino, a cui non importava cosa pensassero di lui e per questo controverso. Tutto questo contava meno di zero anche perché, una volta entrato in campo, Hubner dava tutto senza risparmiarsi.
Il bomber nato a Trieste sapeva fare gol, in tutti i modi e a tutti i livelli. Infatti, insieme a Igor Protti, è l’unico calciatore ad essere stato capocannoniere di tutte e tre le massime divisioni italiane (Serie A, B e C).

Dario Hubner, il Brescia e la Serie A

Hubner arrivò al grande calcio, in Serie A, molto tardi. Precisamente nel 1997, all’età di 30 anni, fece il suo debutto in nel massimo campionato italiano con la maglia del Brescia. Nonostante i suoi sforzi ed i suoi gol (ben 16), le “Rondinelle” retrocessero in quella stagione, tuttavia Hubner rimase anche in Serie B e giocò un ruolo fondamentale nella risalita, segnando 21 gol nella stagione 1999/2000 riportando il club in Serie A.
Nel 2000/2001 il veterano “Tatanka” terrorizzò la Serie A, segnando 17 gol con al suo fianco un campionissimo come Roberto Baggio, aiutando il Brescia di Carlo Mazzone a raggiungere un incredibile settimo posto.

Dario Hubner re dei bomber al Piacenza

​Nonostante i numeri già pazzeschi, la stagione successiva 2001/2002 sarebbe stata la migliore della carriera per il “Bisonte”. A 34 anni, Hubner venne infatti scaricato incredibilmente dal Brescia dopo l’arrivo dell’attaccante albanese Igli Tare. Il neopromosso Piacenza non si fece sfuggire l’occasione e, pagando soltanto 1,5 milioni di euro, realizzò un vero affare. Non solo Dario Hubner realizzò 24 gol, superando giocatori del calibro di Crespo, Shevchenko, Montella e Vieri, ma divenne anche il leader e trascinatore della squadra dentro e fuori dal campo. La sua potenza era ancora incredibile, e le sue abilità in area sempre letali. Di fatto, quell’anno era immarcabile.
Insomma, giocare contro Dario Hubner era un incubo, trovandosi di fronte un calciatore più simile a un centravanti britannico vecchio stile che a uno dei campioni di tecnica della Serie A. Con un “killer instinct” unico.

Il fine carriera di Hubner

Dopo un’altra stagione al Piacenza, Hubner passò, sempre in Serie A, all’Ancona prima e al Perugia poi. A 38 anni nel 2005, scese in Serie C al Mantova, sua ultima stagione tra i professionisti. Continuò comunque  divertirsi, e a segnare valanghe di gol, nelle serie minori, ritirandosi definitivamente nel 2010 a 43 anni.
Successivamente, ha brevemente intrapreso la carriera di allenatore, allenando Royale Fiore in Eccellenza e Atletico Montichiari in Serie D, prima di dedicarsi esclusivamente al suo bar, gestito con il cognato a Crema.

Curiosità su Dario Hubner

  • Nel 2015, Hubner ha avuto un “cameo” nel videoclip del brano “L’estate di Hubner”, della band Toromeccanica.
  • Durante il 2018 il cantautore Calcutta ha dedicato all’attaccante la canzone “Hübner”, settima traccia del suo terzo album intitolato “Evergreen”.
  • Nonostante sia stato uno dei bomber più letali d’Italia a cavallo del secolo, Hubner non ha mai giocato in Nazionale nè in uno dei “grandi club” italiani.
  • Il suo unico trofeo di squadra è la vittoria della Serie C2 con il Fano nel 1989/1990.
  • Nel febbraio 2020 è uscito il suo libro “Mi chiamavano Tatanka – Il re operaio dei bomber di provincia”


C’è chi è convinto che “senza grappa e sigarette, Hubner sarebbe stato il più forte di tutti“. Possibile ma, altrettanto certamente, fosse stato diverso non sarebbe più stato Dario Hubner. “Tatanka il Bisonte”, l’implacabile bomber operaio.
Lui stesso ha dichiarato nel 2020: “Non mi lamento per la mia carriera. Da giovane non avevo quasi nulla, facevo il fabbro, lavoravo l’alluminio, e non avrei mai detto che avrei potuto fare una carriera del genere. Quindi, sono soltanto molto contento e grato per quello che sono riuscito a fare.”

I migliori gol di Dario Hubner

Nel video che segue potete vedere una selezione dei gol di Dario Hubner. E ri-scoprire, o ammirare per la prima volta, le capacità di questo eccezionale bomber, anti-divo del calcio italiano amatissimo da ogni appassionato.

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