Carlos Alcaraz, il nuovo Nadal

Il cristallino talento dello spagnolo Alcaraz, giovanissima promessa del tennis spagnolo già capace di ottenere record ed importanti successi che lo hanno messo in luce, rendendolo tra i prospetti più interessanti del panorama tennistico internazionale.

Dopo oltre due decenni di oligarchia dei “Fab Four”, la tanto attesa “Next Gen” è riuscita a prendersi di diritto il palcoscenico a suon di risultati. Questo lungo processo ha “partorito” numerosi profili interessanti.
Così, dopo avervi parlato dei nostri connazionali Matteo Berrettini e Jannik Sinner, analizziamo oggi Carlos Alcaraz, quello che tutti indicano come il “nuovo Nadal”.

Carlos Alcaraz, un nuovo Rafa Nadal?

Le similitudini con il “mancino di Manacor” sono tante, e presto fatte: nazionalità spagnola, verve agonistica, forza bruta e strapotere fisico in grado di far impallidire anche gli Avangers. Insomma, Carlos Alcaraz può essere giustamente definito come “lo spagnolo meccanico”, ed è stupefacente come tanto talento sia ben gestito da un giovanissimo, essendo un classe 2003.
La giovane età e il talento sono spesso stati un binomio irrintracciabile in altri profili che popolano la classifica ATP, rimasti promesse incompiute. Vedasi Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios, soltanto per citare due dei tanti.
Una consapevolezza nei propri mezzi, quella di Carlos Alcaraz, che ha spinto il suo allenatore, “Mosquito” Juan Carlos Ferrero a dire : “Carlos è più maturo dei suoi coetanei. Riesce a dominare la pressione e sta gestendo bene i primi successi. Negli ultimi mesi ha messo su 2-3 kg di muscoli, e questo lo sta aiutando a non arrivare senza benzina nelle fasi decisive dei match. In allenamento si diverte e questo lo aiuta a migliorare. Di certo può ancora crescere tanto sotto il profilo tecnico e tattico”.  Non male detto da un ex numero uno del mondo.

Alcaraz, un 2003 nel tennis dei grandi

Le parole di Ferrero basterebbero già da sole, ma per sottolinearle ulteriormente basta guardare i numeri. Si, perché “Carlitos” qualche record lo ha già messo in cascina:

  • Carlos Alcaraz è infatti il più giovane tennista ad entrare nella top 100 ATP, all’età di 18 anni e 19 giorni davanti al nostro Lorenzo Musetti (19 anni e 82 giorni) e all’altro talento nostrano Jannik Sinner, che entrò nei top 100 a 19 anni e 2 mesi.
  • Lo spagnolo, inoltre, è stato anche capace di vincere 4 Tornei Challenger su 5 finali disputate. Impresa che condivide con Felix Auger Aliassime, Mario Ancic e Guillermo Coria. Meglio di lui fecero solo Richard Gasquet, con 7 titoli, e Tomas Berdych, con 5 titoli.


Una buona compagnia, considerando le ottime carriere dei tennisti sopracitati, senza dimenticarsi che Alcaraz è soltanto diciottenne e, salvo imprevisti, ha un bel po’ di tempo per migliorare ulteriormente le sue già notevolissime statistiche.  

Il gioco travolgente e brutale di Carlos Alcaraz Garfia

Oltre a quanto già detto, tra i motivi che accrescono le aspettative nei confronti dell’iberico c’è soprattutto il gioco che riesce ad esprimere. Un mix perfetto tra strapotere fisico e abnegazione, che porta il diciottenne spagnolo a dominare l’avversario in lungo e in largo, in modo quasi brutale.
Qualità non scontate, che ha messo in campo anche nel Master di Parigi Bercy dove, nei sedicesimi di finale, ha sconfitto piuttosto nettamente Jannik Sinner. Una supremazia che è andata oltre il 7/5 7/6, e che ha spinto Paolo Bertolucci durante la telecronaca del match a dire : “Alcaraz è unico! Il suo stile di gioco non assomiglia a quello di nessun altro nel circuito. Sembra un evoluzione di Rafa Nadal, ma è comunque differente.”
Parole altisonanti, cui lo spagnolo ha poi dato seguito con altre vittorie. Su tutte, il primo titolo ATP ad Umago, annichilendo Richard Gasquet con un doppio  6/2.

Carlos Alcaraz ATP Umag 2021

Next Gen ATP Finals 2021

A completare uno straordinario 2021 per l’enfant prodige di Murcia vi è anche il successo alla Next Gen Atp Finals 2021, disputata a Milano a metà novembre. Lo spagnolo ha letteralmente disintegrato 3 set a 0 lo statunitense Sebastian Korda. Una vittoria netta, inecepibile e “prepotente”, che fa ben sperare per un ulteriore “step” futuro dell’iberico. Dati alla mano, non è poi nemmeno così lontano!

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