Di sicuro, se vieni soprannominato “Il Maestro” devi essere un calciatore di altissimo livello, capace di insegnare calcio con giocate d’autore e numeri di tecnica non alla portata di tutti. In questo senso allora, Manuel Rui Costa è senza alcun dubbio meritatamente noto appunto come “Il Maestro”, per le sue straordinarie qualità con il pallone tra i piedi, al quale sapeva dare del tu come pochi altri.
Un campione che abbiamo avuto la fortuna di ammirare per oltre un decennio in Serie A.
Rui Costa e la Fiorentina
Firenze, culla del Rinascimento per eccellenza, è la leggendaria terra che ha visto nascere capolavori letterari e artistici. Le opere di grandi artisti come Donatello, Leonardo Da Vinci e Dante hanno lasciato un segno indelebile nella città, e nel mondo intero. In termini calcistici, c’è un “artista del pallone” che ha fatto una grande impressione sui tifosi viola: Rui Manuel César Costa. Il maestro portoghese che scelse la tela dello Stadio Artemio Franchi, sede dell’ACF Fiorentina.
Rui Costa, il Maestro appunto, arrivò a Firenze nel 1994 dal Benfica che, consumato da un tracollo finanziario, dovette vendere il suo prezioso gioiello. Al giovane trequartista venne affidata nientemeno che la maglia numero 10, un onore per qualsiasi club italiano e ancor più nella Fiorentina, avendola indossata in passato campioni del calibro di Giancarlo Antognoni e Roberto Baggio. Insomma, una maglia che ha sempre avuto un significato speciale per gli appassionati tifosi della Fiorentina.
Rui Costa, fantasia al potere
Rui Costa era un vero “fantasista”, e la maglia della Fiorentina con il numero 10 per lui era perfetta. Il maestro portoghese aveva anche un carattere forte, sicuro, e non sentendo il peso della responsabilità fece le fortune del club. Aiutato anche dall’avere come compagno d’attacco un campione assolutco come l’argentino Gabriel Batistuta, insieme i due sono stati una delle migliori coppie mai viste in Serie A con il numero 9 e il 10.
Non velocissimo nel ritmo, era la mente il vero talento di Rui Costa. Il suo cervello calcistico, intelligentissimo, poteva prevedere cose che pochi altri potevano, usando poi la sua eccelsa capacità tecnica per trovare un passaggio improbabile ma perfettamente ponderato attraverso un tocco unico del pallone. Rui Costa non si limitava a giocare in una sola zona del campo, ma aveva un ruolo in cui era veramente libero di svariare, e da vero giocatore di squadra il suo lavoro non è mai stato alla ricerca della gloria individuale, ma collettiva.
Manuel Rui Costa “Il Maestro”
In breve tempo, quindi, Rui Costa diventa leader della Fiorentina. Appena in possesso di palla, il portoghese utilizzava la sua visione incredibile e la precisione dei passaggi per costruire attacchi o cambiare gioco. “Il Maestro di Firenze” fece faville, soprattutto giocando a ridosso di Batistuta. Con le sue capacità creative combinate alla devastante efficacia di “Batigol”, la coppia era veramente formidabile.
Eppure Rui Costa rimase sempre umile, un vero uomo del popolo. Lo dimostra il suo comportamento dopo la vittoria della finale di Coppa Italia della Fiorentina nel 2001. Un tifoso viola aveva scavalcato la recinzione ed era saltato sulle spalle di Rui Costa per festeggiare. Quando il supporter è stato raggiunto dalla polizia e portato via, il campione portoghese si è rivolto agli agenti, ed ha negoziato il rilascio del tifoso, riportandolo sugli spalti.
Dopo la partenza di Batisuta, Rui Costa diventa capitano della Fiorentina, ma la storia purtroppo si ripete. In modo simile alla sua partenza dal Benfica, infatti, l’uscita dalla Fiorentina gli viene imposta delle difficoltà finanziarie e dell’incombente fallimento della Viola.
Rui Costa al Milan
Ad attendere Rui Costa c’è il fortissimo Milan, dove prende subito la maglia numero 10 rossonera e, soprattutto, inizia a conquistare i trofei che il suo indubbio talento meritava. Arrivano negli anni rossoneri Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa UEFA e soprattutto Champions League. Nonostante il tempo di gioco avesse inziato a diminuire, a causa degli infortuni e dell’emergere del talento brasiliano Kakà, Rui Costa mantenne sempre un livello altissimo, degno dei migliori del suo tempo.
A 34 anni, fedele ad una promessa fatta molto tempo prima, Rui Costa è tornato al Benfica, rinunciando all’ultimo anno del suo redditizio contratto con il Milan. Tuttavia, i suoi ricordi più belli sono quelli legati alle magie realizzate con la Fiorentina e appunto in rossonero, riuscendo a creare regolarmente occasioni contro le difese più forti del mondo. Ci piace ricordare il Maestro Rui Costa col suo tipico stile, lunghi capelli sciolti, calzettoni abbassati e testa alta, sempre. Alla ricerca del passaggio successivo, ogni volta decisivo e incredibile.
L’iconico scatto di Rui Costa e Materazzi
Piccola curiosità finale. Il 12 aprile 2005, due leggende del calcio milanese come Rui Costa e Marco Materazzi vennero immortalate in un iconico, ed inusuale, scatto. I due guardavano il mare di fumo e fuoco che sorgeva sul campo di San Siro.
Al 73° minuto del super derby di Champions League, un fallo discutibile sul portiere portava all’annullamento del pareggio nerazzurro. I fan dell’Inter impazzirono e bersagliarono l’estremo difensore rossonero Dida, colpito alla testa, con il campo che si trasformò in una discarica di rifiuti e fuoco.
In mezzo al caos, Rui Costa e Materazzi vennero “impressi” in questa foto unica, di spalle, con intorno fiamme simili a quelle di una guerra. Nonostante fossero i Quarti di finale di Champions League, e i due si fossero morsi le caviglie fino ad un attimo prima, le scintille volavano solo dagli spalti, perché i calciatori assistevano pacifici all’inferno proveniente dalla curva. A testimonianza di ciò, Materazzi si è addirittura appoggiato all’avversario Rui Costa per un paio di secondi. Scene davvero rare.
Rui Costa “O Maestro” Skills – Video
Nel video che segue potete ammirare le enormi qualità tecniche di Rui Costa “O Maestro”, e gustarvi alcune delle sue più pregevoli giocate, gli assist ed i bellissimi gol.
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