La Tragica Storia di Luciano Re Cecconi

Uno scherzo finito male costò la vita ad uno dei protagonisti della Lazio campione d'Italia 1974. A soli 28 anni, Luciano Re Cecconi rimase tragicamente ucciso in una gioielleria romana, una vicenda assurda e mai del tutto chiarita.

Luciano Re Cecconi faceva parte della storica Lazio vincitrice dello Scudetto 1974, primo titolo nella storia del club arrivato dopo una lunga lotta con la Juventus, superata di due punti. Quella era una Lazio piena di talento, che giocava un calcio d’attacco innovativo ed efficace, ma la squadra di Maestrelli era composta anche da una serie di personaggi unici. Insomma, dentro e fuori dal campo non ci si annoiava mai, il gruppo si faceva degli scherzi regolarmente, ma per Luciano Re Cecconi la propensione alle burle si rivelò purtroppo fatale.

Luciano Re Cecconi, l’Angelo Biondo

Re Cecconi era soprannominato “Angelo Biondo” per il caratteristico colore dei capelli. Figlio di un muratore, era nato a Nerviano, alle porte di Milano, nel 1948. Sin da giovanissimo si avvicinò al calcio, lavorando nel frattempo come carrozziere.
A 19 anni ecco le prime esperienze di successo con Pro Patria e Foggia, vincendo una Serie C con la prima e la Serie B con la seconda. A 24 anni, il centrocampista box to box approdò così alla Lazio. Era il 1972, ed il trasferimento nella Capitale fu principalmente dovuto all’allenatore Tommaso Maestrelli, che aveva guidato Re Cecconi durante il suo periodo al Foggia e aveva quindi voluto fortemente il valido centrocampista con lui quando si trasferì in biancoceleste.

Re Cecconi e la Lazio

Re Cecconi divenne presto un elemento chiave della Lazio e fu decisivo per lo Scudetto del 1974, spinto anche dalla delusione di essere stato battuto per un soffio in Serie A dalla Juventus l’anno prima. Luciano Re Cecconi e i suoi compagni di squadra erano determinati a vincere, così “L’Angelo Biondo” si rivelò il vero e proprio cuore pulsante della squadra di Maestrelli, grazie alla sua incredibile energia e alla capacità di portare palla dalla difesa all’attacco. Era il tipo di giocatore che copriva ogni filo d’erba e, allo stesso tempo, realizzava anche diversi gol. Insieme a giocatori come Giorgio Chinaglia, Re Cecconi entrò nella storia del club conquistando il titolo di Serie A durante la stagione 1973/1974.


Uno Spogliatioio molto “particolare”

Mentre tutto andava bene in campo, tuttavia, i calciatori della Lazio avevano una certa reputazione al di fuori del rettangolo di gioco. Erano infatti famosi per le loro battute, gli scherzi e la vita un po’ sregolata. Ma, soprattutto, c’era anche un lato oscuro, con alcuni che non nascondevano di nutrire simpatie politiche estremiste ed addirittura elementi che portavano con loro delle pistole. Questo non andava ovviamente bene ad alcuni membri della squadra, e provocò uno scisma che li costrinse ad avere due spogliatoi separati.

Quella notte maledetta in gioielleria

Luciano Re Cecconi era generalmente noto come un personaggio calmo all’interno della squadra, ma questo non ostacolava il suo amore per gli scherzi. Così, la sera del 18 gennaio 1977, assieme al compagno di squadra Pietro Ghedin e un altro amico si recò in una gioielleria romana, gestita da Bruno Tabocchini. Ogni volta che Re Cecconi e Ghedin si incontravano combinavano sempre qualcosa da raccontare, e quella sera non sarebbe stata diversa. All’apertura della porta del negozio, i due laziali gridarono “Mani in alto! Questa è una rapina!” coprendosi il viso con le giacche. Fatalmente, solo poche settimane prima Tabocchini era stato svaligiato, ed aveva quindi comprato un fucile per difendersi. La burla, dunque, era destinata a trasformarsi in dramma.

 

La tragica fine di Re Cecconi

Ghedin, notato il fucile, alzò subito le mani, purtroppo invece Re Cecconi non se ne accorse e continuò con lo scherzo. Questo gli fu fatale, perché il gioielliere aprì il fuoco sparando al giocatore in pieno petto da distanza ravvicinata. Portato d’urgenza in ospedale, Re Cecconi è morto appena 30 minuti dopo l’incidente. Mentre giaceva a terra agonizzante, testimoni hanno rivelato che le ultime parole del centrocampista sono state “È uno scherzo! È solo uno scherzo!”.
L’Angelo Biondo è scomparso a soli 28 anni, lasciando la moglie ed i due figli, per una delle morti più traumatiche e singolari che il calcio italiano abbia mai visto. Tabocchini è stato arrestato dopo l’incidente, ma venne assolto dopo 18 giorni avendo agito “per legittima difesa”. Fu una fine tragica e prematura per Re Cecconi, protagonista sin lì di una carriera di buon successo che prometteva ancora molto per questo valido giocatore, con anche 2 presenze con la maglia dell’Italia
In ogni caso, Luciano Re Cecconi sarà sempre ricordato come elemento cardine di quella Lazio che ha vinto il primo Scudetto della storia del club.

La morte di Luciano Re Cecconi

Nel video che segue potete vedere un servizio dell’epoca che ricostruisce la dinamica del tragico scherzo che costò la vita a Luciano Re Cecconi. L’ennesima tragedia per il calcio italiano dopo quella capitata, solo qualche anno prima, all’ala del Torino Gigi Meroni.

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