Correva l’anno 2001 e tutti in Italia ballavano al ritmo del tormentone “La vie c’est fantastique”, iconico brano della italo-dance che prese d’assalto la penisola a cavallo del millennio. La canzone era in lingua francese ma realizzata dagli artisti italiani S.M.S. e Rehb, con un ritornello ripetuto ossessivamente secondo la tradizione electropop. In brevissimo tempo, le parole “la vie c’est fantastique, pourquoi tu te la complique?” (“la vita è meravigliosa, perché complicarla?”, ndr) erano sulla bocca di tutti. Su quelle note, si scatenavano anche i tifosi dell’Hellas Verona, ai gol del loro beniamino Mario Frick, attaccante arrivato dallo sconosciuto Liechtenstein.
“La vie c’est fantastique”
Eh già, una delle canzoni più trash d’Italia si lega a doppio filo alle domeniche trascorse al Bentegodi, utilizzata per salutare i gol di Mario Frick. Nella stagione 2001/2002 il bomber del Liechtenstein segnò in 7 occasioni, ogni volta rivelando appunto una canottiera con la scritta “la vie c’est fantastique, quando segna Mario Frick”, in un curioso mix di francese e italiano di rara caprinità.
Soltanto questo basterebbe a garantire lo status di culto di Frick, ma il significato ed il “senso” di Mario Frick nel mondo del calcio vanno ben oltre la particolare celebrazione dei suoi gol. Mario Frick è stato il rappresentante globale del Liechtenstein, un simbolo ed un modello da seguire per i giovani del suo paese, avendo incarnato la speranza di un’intera nazione.
Mario Frick dal Lichtenstein
Nato il 7 settembre 1974 in una cittadina svizzera chiamata Coira, ma ufficialmente cittadino del Liechtenstein, Frick ha iniziato a calciare il pallone nell’FC Balzers, piccolo club di un paesino da 4500 abitanti del principato.
La sua abilità sotto porta ha subito attirato l’attenzione della quotata squadra svizzera del San Gallo, dove si è trasferito nel 1994. Ha poi giocato al Basilea e nello Zurigo, segnando complessivamente 50 gol e accumulando esperienza fino a quando, 25enne, è salito su uno di quei treni che passano solo una volta nella vita. Frick riuscì a trasferirsi in Italia, pur dovendo partire dal basso.
L’arrivo di Frick in Italia
La grande occasione fu in Serie C1, ad Arezzo, dove lo scout Tito Corsi aveva suggerito al club di acquistare l’attaccante. Nell’estate del 2000 Frick diventa dunque il primo calciatore del Liechtenstein a giocare in un altro paese che non fosse la Svizzera. La parte più emozionante della sua carriera stava per iniziare.
Nella sua prima stagione in Italia, Mario Frick ha messo a segno 16 gol in sole 23 presenze, numeri importanti grazie ai quali il ragazzo sperava legittimamente di trovare un ingaggio in Serie B. Ma, a volte, la realtà è anche meglio dell’immaginazione…
Mario Frick al Verona
Il tecnico Alberto Malesani lo scelse infatti a sorpresa per il suo Hellas Verona, in Serie A. Pagato 1 milione e mezzo di euro, per Frick era una chance unica. Nonostante abbia dovuto competere con numerosi attaccanti di talento come Adaílton, Cossato, Gilardino e Mutu, Frick si è affermato come il principale centravanti del 3-4-3 dell’Hellas, segnando 7 gol in 24 partite. Ogni volta sfoggiando con orgoglio la sua buffa canottiera con il testo della canzone a lui ed ai tifosi gialloblu tanto cara.
Purtroppo la sua ottima annata non bastò a salvare la squadra veneta dalla retrocessione e, a fine stagione, Mario Frick si trasferì in Serie B alla Ternana.
Gli anni di Frick alla Ternana
In Umbria, Frick ha vissuto i suoi momenti più felici, segnando 46 gol in quattro stagioni di Serie B e diventando lo straniero più prolifico nella storia del club. Questo gli è valso anche il soprannome “Super Mario”, ed una grande stima da parte dei sostenitori del club che, ancora oggi, lo ricordano con sincero affetto.
Nonostante i suoi sforzi, la Ternana retrocesse nel 2006, e Mario fece quindi il suo ritorno nella massima serie a 32 anni, questa volta con la maglia del Siena.
Mario Frick a Siena
Nonostante un modesto bottino di 13 gol in tre stagioni, Frick ha giocato 90 gare con il Siena e ne è stato un punto di riferimento importante, aiutando il club a raggiungere ben tre salvezze consecutive. Anche in Toscana conquistò i tifosi per il suo impegno e per la dedizione alla maglia e alla causa bianconera.
Eterno Mario Frick
Nella stagione 2009/2010, all’età di 35 anni, Mario decise di tornare a casa, nel campionato svizzero. Giocò fino a 42 anni per San Gallo e Grasshoppers e infine chiuse con i Balzers, perché il primo amore non si scorda mai.
Nel club del Liechtenstein ha avuto una posizione molto particolare, ricoprendo il ruolo di giocatore-allenatore, prima di annunciare il suo ritiro nel 2016. Ma non poteva proprio abbandonare il suo amato calcio, così ha scelto di intraprendere la carriera di allenatore.
Anatomia di un’icona – Mario Frick
Sia chiaro: Mario Frick non è stato un attaccante eccezionale e non ha segnato valanghe di gol, ma il suo contributo nelle squadre dove ha militato è stato sempre significativo. Si, i suoi piedi non erano molto raffinati e la maggior parte dei suoi gol erano da classico “rapinatore d’area”, semplici, frutto di capacità di anticipo, tempismo e intuizione. E allora, come può essere diventato così iconico?
Ciò che ha trasformato Mario Frick in una leggenda vivente non è stato il suo super gol in Catania – Ternana del 23 marzo 2006, dove mise il pallone all’angolino dopo una folle corsa di 70 metri. E neppure quello del 25 ottobre 2006, sempre contro il Catania ma stavolta con la maglia del Siena, quando ha sfidato le regole della fisica spingendo in rete un pallone rimbalzato sulla traversa con il tacco. Mario Frick, opportunista capace di lampi di genialità, giocatore dal grande cuore e dal buon fisico, resta unico perché ha rappresentato il Liechtenstein nel mondo, diventandone simbolo. Arrivando quasi a fondersi con l’immagine del suo piccolo paese.
Frick stella della Nazionale del Lichtenstein
Frick ha esordito con la sua Nazionale nel 1993, all’età di 19 anni, e si è ritirato il 12 ottobre 2015. In 22 anni ha collezionato 125 presenze e segnato 16 gol. Sarebbe inutile cercare di confrontare la sua carriera con quelle dei suoi compatrioti. Il suo contributo al calcio del Liechtenstein è unico, inavvicinabile.
Non è facile giocare per la nazionale del Liechtenstein, girare l’Europa per subire montagne di gol con la consapevolezza che ottenere un risultato diverso dalla sconfitta è impresa ardua ogni volta. In Liechtenstein, paese di 37.000 abitanti, l’unica ambizione ragionevole è segnare una manciata di reti nei vari turni di qualificazione. Ma sotto la guida di Frick la Nazionale ha ottenuto risultati impensabili, come le vittorie su Azerbaigian, Lussemburgo e Lettonia o i preziosi pareggi con Slovacchia, Islanda, Montenegro e, incredibilmente, Portogallo. Considerando il contesto, il raggiungimento di 16 reti da parte di Frick è eccezionale.
L’eredità di Mario Frick
Ecco perché in Liechtenstein non c’è mai stato un giocatore così iconico per un intero paese come Mario Frick. Ogni volta che si parla del Liechtenstein, ogni italiano pensa subito a Mario Frick. Questa è la prima (forse l’unica…) cosa che viene in mente riguardo a questa piccola nazione. Tutto ciò rende l’idea del perché, con il suo ritiro, un intero Paese abbia davvero perso una figura chiave, non solo per il calcio, ma per la vita in generale.
Nel corso della sua carriera, Frick ha infatti portato la bandiera rossoblù più in alto di chiunque altro, indirizzando l’attenzione dei tifosi di tutta Europa su un angolo di mondo altrimenti sconosciuto o quasi ai più. Non è poco, affatto.
L’autore di questo articolo, eccezionalmente, riserva infine un trafiletto “extra” ad una vicenda che deve essere raccontata. Dedicandola ad un grande amico che, di Mario Frick, è stato accanito e sincero fan.
Fanta-Aneddoto su Mario Frick – Intro
Ai tempi di Frick al Siena, il bomber del Lichtenstein era un pupillo di un carissimo amico che, nel Fantacalcio di quella stagione, decise di puntare su una squadra “provinciale” ad alto tasso di ignoranza. Il tridente d’attacco Riganò–Pozzi e, appunto, Frick, creava scompiglio nella Lega, mietendo illustri vittime qui e là e scatenando sfottò di eccellente livello. Chiameremo questo straordinario personaggio e fine conoscitore del calcio Mick Five, nome di fantasia (ma neanche poi tanto) che servirà a proteggerne l’identità.
Ebbene, il buon Mick era solito festeggiare i gol dei suoi “bomber di periferia” con grande trasporto, talvolta anche troppo. Colorito, allegro e sempre originale nelle esultanze, in particolare Mario Frick ne stuzzicava le doti canore e ballerine, poiché appunto il talento del Lichtenstein era legato a doppio filo, come abbiamo visto, alla musica. E non soltanto al brano che dà il titolo a questo articolo, ma anche a “Freeek!” di George Michael e, soprattutto, al pezzo del 1978 “Le Freak” del gruppo funk “Chic”.
Fanta-Aneddoto su Mario Frick – Il Dramma di Mick Five
Così, durante un weekend di ottobre trascorso insieme fino al giorno seguente, io e Mick ci troviamo fanta-avversari. Al sabato, Frick realizza un gol pesante, e comincia immediata una molestante serie di balletti e canzoni “Free now, e Frick è chic”, “La vie c’est fantastique quando segna Mario Frick” e affini. Tutto questo esplode senza sosta, andando avanti anche di notte… Via via che la giornata prosegue, l’assist di Riganò, il resto della squadra senza malus particolari ed il portiere imbattuto portano Mick Five a credere sempre più nel fanta-successo, anche a causa della “latitanza” di bonus tra i miei più quotati giocatori. Si arriva così al tardo pomeriggio di domenica, con tutte la gare disputate tranne una, quella della Sampdoria.
Sergio Tranquillo Volpi (“Tranquillo” è il suo reale secondo nome) è stato da sempre l’eccezione nelle mie rose fantacalcistiche, formate solo da grandi nomi. Lui, introvabile nelle figurine TOPPS, era il “fosforo di periferia” che non doveva mai mancare, il Pirlo che non ci aveva creduto abbastanza. Parliamo comunque di uno da oltre 300 gare e 26 gol in A da regista basso, ma non certo di quelli su cui scommettere per una rimonta insperata. Eppure, quella sera Sergio Volpi da Orzinuovi disputò la sua migliore gara in Serie A, ricca di bonus. Fu letale.
E Mick Five? beh… perse quella partita per mezzo punto e, dopo aver maledetto il sampdoriano in tutte le lingue conosciute ed in modi irripetibili, ancora oggi non riesce a darsi pace. Perché si, la vita è fantastica quando segna Mario Frick, che è pure anche tanto chic, ma… quando segna Sergio Volpi è come un diamante: è per sempre!
I Gol di Mario Frick – VIDEO
Nel video che segue ecco tutte le reti di Mario Frick in Serie A. Marcature anche di ottima fattura, realizzate con le maglie del Verona e del Siena nelle sue 4 stagioni nel massimo campionato italiano.
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