Jochen Rindt, l’unico campione postumo della F1

Scomparso tragicamente durante le qualifiche del GP di Monza del 1970, Jochen Rindt è l'unico campione del mondo postumo della storia della F1, avendo ugualmente vinto quel titolo mondiale grazie al grande vantaggio accumulato in precedenza.

Jochen Rindt, nato a Magonza, in Germania, nel 1942, ma che ha corso sotto bandiera austriaca, è tra i pilota di Formula 1 che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dello sport automobilistico. Il motivo? la sua vita è stata segnata da una serie di avvenimenti straordinari e tragici al tempo stesso che hanno contribuito a plasmare la sua leggenda. Rindt è infatti l’unico campione del mondo della storia della Formula 1. ad aver vinto il prestigioso titolo postumo, ad essersi laureato campione nonostante la sua morte.
Ripercorriamo in questo articolo la particolare storia e la carriera di Jochen Rindt, campione F1 del 1970.

Gli inizi di Jochen Rindt

Jochen Rindt ha vissuto un’infanzia segnata dalla guerra. A soli due anni, rimane orfano di entrambi i genitori e si trasferisce a Graz, in Austria, per vivere con i suoi nonni. Sin da giovane, Rindt sviluppa una passione smisurata per la velocità e i motori, che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Sin da giovanissimo, Rindt dimostra un talento eccezionale nelle corse automobilistiche. A soli 19 anni, decide di vendere l’azienda ereditata da suo padre per finanziare la sua passione e intraprende l’ambiziosa avventura nel mondo della velocità. Inizia con le gare di rally e si cimenta poi nel Gran Turismo, dimostrando una naturale predisposizione per la guida ad alta velocità.

L’arrivo di Rindt nella Formula 1

Nel 1963, Rindt fa il suo ingresso nel mondo delle monoposto con la Formula Junior, un campionato di sviluppo che fungeva da trampolino di lancio per la Formula 1. La sua abilità al volante e la sua determinazione attirano velocemente l’attenzione degli addetti ai lavori, e gli permettono di avanzare nella sua carriera.
Dopo aver accumulato esperienza anche nella Formula 2, Rindt fa il suo debutto in Formula 1 nel 1964. Inizialmente, corre per squadre come Brabham e Cooper, vetture minori che gli impediscono di ottenere grandi successi. Tuttavia, il suo stile di guida aggressivo e spettacolare, caratterizzato da un piede destro pesante sull’acceleratore, lo rende un pilota amato dai tifosi, che lo soprannominano affettuosamente “Dynamite”.

Jochen Rindt nel 1968 alla Lotus

La svolta nella carriera di Rindt arriva nel 1969, quando ottiene l’opportunità di unirsi al team di vertice, la Lotus. Nonostante un inizio altalenante, segnato da un grave incidente che lo lascia con la mascella rotta e una forte commozione cerebrale, Rindt riesce a recuperare e coglie la sua prima vittoria in Formula 1 al circuito di Watkins Glen negli Stati Uniti, oltre ai primi podi in Italia e in Canada.
Così, per la stagione 1970 Rindt diventa prima guida della Lotus, e si presenta ai nastri di partenza come uno dei principali contendenti al titolo mondiale. Nella prima metà della stagione, conquista tre vittorie, registrando 6 pole position e altrettanti giri veloci. La sua superiorità in pista è evidente, con le vittorie in Gran Bretagna, Germania e Austria si porta ampiamente in testa alla classifica del campionato del mondo.

Jochen Rindt a Monza 1970

Si arriva così al Gran Premio d’Italia a Monza, dove la tragica storia di Rindt raggiunge il suo apice. Il 5 settembre 1970, durante le qualifiche, mentre tenta di stabilire il giro più veloce, Rindt perde il controllo della sua Lotus 72 prima della Parabolica. L’incidente è violentissimo e il pilota viene trovato in fin di vita. Nonostante i soccorsi tempestivi e il tentativo di trasporto in ospedale, Jochen Rindt muore in ambulanza. Le indagini successive non giungono ad una conclusione definitiva sulla causa dell’incidente fatale al grande e amato campione.

L’incidente mortale a Jochen Rindt a Monza

L’incidente tragico che ha posto fine alla vita di Jochen Rindt durante le qualifiche del Gran Premio d’Italia nel 1970 è uno degli episodi più tristi nella storia della Formula 1. Mentre affrontava la veloce curva della Parabolica a Monza, la sua Lotus 72 perse aderenza e si schiantò violentemente contro le barriere di protezione. L’impatto fu devastante e il pilota austriaco rimase gravemente ferito con alcune ossa esposte.
I medici intervennero prontamente per soccorrerlo e fu trasportato in ospedale, ma purtroppo le sue lesioni si rivelarono fatali e Rindt morì durante il trasporto.
L’incidente suscitò grande sgomento e tristezza in tutto il mondo del motorsport e tra i suoi fan. Diverse teorie sono state avanzate sul motivo dell’incidente, la più accreditata è un possibile guasto all’impianto frenante della vettura. Nonostante le indagini, però, non è mai stata raggiunta una conclusione definitiva sulle cause esatte dell’incidente. Sembra possa aver contribuito anche una buca scavata sotto il guard rail da alcuni tifosi, per intrufolarsi nel circuito, che ha creato un avvallamento fatale al pilota che andò ad incastrarsi proprio al di sotto della barriera. Un dettaglio che rende ancora più triste questa storia.

Jochen Rindt Campione del Mondo postumo di F1

Nonostante la prematura scomparsa, la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) assegnò postumo a Jochen Rindt il titolo di Campione del Mondo di Formula 1 per la stagione 1970, rendendolo così il primo e unico campione postumo nella storia del motorsport.
Nonostante la sua tragica dipartita, infatti, Rindt aveva già accumulato un vantaggio considerevole nei confronti dei suoi inseguitori di quell’anno. Così, pur non potendo competere nelle restanti gare della stagione, i suoi rivali non riuscirono a raggiungerlo.
La sua leadership finale nella classifica del campionato rappresentò così una manifestazione della sua straordinaria abilità di guida e delle prestazioni eccezionali durante quella stagione di superiorità assoluta. Ma questo successo ha anche un aneddoto molto particolare assolutamente da raccontare.

Il motore di Rindt sull’auto del destino

Un mese dopo la morte di Rindt, proprio il motore della sua Lotus coinvolta nell’incidente fatale venne montato sulla vettura del suo sostituto Emerson Fittipaldi per la decisiva gara che avrebbe deciso il campionato. Incredibilmente, Fittipaldi ha vinto quella gara, impedendo a Jacky Ickx, il principale contendente al titolo di Rindt, di superare il compianto campione in classifica. Questo evento singolare ha sancito Jochen Rindt come il primo e unico campione postumo nella storia della Formula 1.
È stato un momento straordinario, in cui l’amarezza dell prematura scomparsa si è intrecciata con una sorta di destino ironico che ha voluto scrivere per sempre il nome dello sfortunato pilota nella storia dello sport. Nonostante la sua assenza fisica, Rindt aveva trionfato, in qualche modo, anche in pista, col suo motore a regalargli, di fatto, il titolo mondiale.

L’amicizia tra Jochen Rindt e Jackie Stewart

Nel mondo delle corse automobilistiche, le rivalità sono all’ordine del giorno, ma ogni tanto si crea anche un‘amicizia speciale tra piloti che va oltre le competizioni. Questo è stato il caso di Jochen Rindt e Jackie Stewart, grandi protagonisti della Formula 1 negli anni ’60 e ’70.
Nonostante fossero rivali acerrimi sulle piste, con battaglie intense e spettacolari, Rindt e Stewart hanno sviluppato un legame profondo al di fuori dei circuiti. I due piloti condividevano la passione comune per la velocità e l’adrenalina, oltre che una visione simile sulla necessità di sicurezza nel motorsport.
Entrambi erano consapevoli dei rischi mortali che si correvano sulle piste di allora e si impegnavano attivamente per migliorare le condizioni di sicurezza. Rindt e Stewart lavorarono insieme per introdurre nuovi standard, come le cinture di sicurezza a quattro punti e le barriere di protezione.

L’amicizia tra i due piloti era basata sulla reciproca stima e rispetto. Nonostante le battaglie emozionanti in pista, Rindt e Stewart sapevano separare la competizione dalla vita privata. Erano soliti trascorrere del tempo insieme al di fuori delle gare, condividendo interessi comuni e divertendosi lontano dagli occhi del pubblico.
La loro amicizia fu testimoniata anche dalla tragica morte di Rindt nel 1970. Jackie Stewart fu colui che avvertì la moglie di Rindt del tragico epilogo, ed il primo a raggiungere l’ospedale di Monza dopo l’incidente mortale del suo amico. Fu profondamente colpito dalla perdita di Rindt e si impegnò a portare avanti la loro per la sicurezza nel motorsport in onore del’amico scomparso.
La storia dell’amicizia tra questi ue campioni è un esempio raro di come due rivali possano sviluppare una connessione profonda al di fuori delle competizioni. La loro amicizia rappresenta l’essenza dello spirito sportivo e dell’unità che può esistere tra atleti di talento, nonostante il feroce confronto in pista.

Curiosità su Jochen Rindt, il campione postumo della F1

Oltre alle sue imprese sulle piste di Formula 1, Jochen Rindt era noto per la sua personalità unica e per alcune curiosità che lo rendevano ancora più affascinante. Eccone alcune:

  • Stile di guida audace: Rindt era famoso per il suo stile di guida aggressivo e senza compromessi. Era noto per spingere al limite la sua vettura, sfiorando spesso i cordoli e osando sorpassi al limite dell’impossibile. La sua determinazione e audacia gli hanno fatto guadagnare il rispetto dei suoi rivali e dei fan.

  • Il primo e unico campione postumo di F1: Dopo la tragica morte di Rindt durante le qualifiche del Gran Premio d’Italia nel 1970, il pilota austriaco è diventato il primo e unico campione del mondo di Formula 1 ad essere incoronato postumo. Nonostante la sua assenza nelle ultime quattro gare della stagione, il suo vantaggio di punti era così significativo che nessun altro pilota riuscì a superarlo.

  • Spirito ribelle: Rindt era noto per il suo carattere ribelle e la sua indipendenza. Non si curava molto delle convenzioni sociali e spesso sfidava le regole imposte dagli altri. La sua personalità forte e determinata si rifletteva anche nel suo stile di vita fuori dalle piste, rendendolo un vero e proprio spirito libero.

  • La passione per aerei ed elicotteri: Oltre alla sua eccellenza nelle corse automobilistiche, Rindt aveva anche una grande passione per il volo. Era un pilota abile e possedeva il brevetto di pilota di elicotteri. Questa passione rifletteva la sua personalità avventurosa e desiderio di libertà.

  • Amore per il motocross: Prima di dedicarsi alle corse automobilistiche, Rindt aveva praticato il motocross. Le competizioni su due ruote gli permisero di sviluppare molte abilità che successivamente avrebbe trasferito nelle corse automobilistiche. Il suo passato nel motocross contribuì alla sua capacità di gestire le vetture in maniera precisa e reattiva.

Queste curiosità ci mostrano alcuni lati poco conosciuti di Jochen Rindt, un pilota che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Formula 1 grazie alla sua straordinaria guida e al suo spirito indomabile.

Jochen Rindt Leggenda e Campione della F1 – VIDEO

Nel video che segue, il dramma di Jochen Rindt raccontato, in italiano, con tanti dettagli e particolari.
Il pilota austriaco perse la vita in quel maledetto giorno di settembre a Monza, eppure rimane ancora oggi, a più di 50 anni di distanza, ricordato da tutti gli appassionati tra i grandi campioni della F1,

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