“Verso i 40 e oltre!” Auguri Sorrentino!

Il portierone del Chievo Verona spegne 40 candeline ma ha ancora voglia di stupire con le sue parate e di inseguire nuovi record.

Tanti auguri Stefano Sorrentino! Auguri ad un portiere di razza. Uno dei migliori portieri italiani, come lo ebbe a definire un altro grande del cacio italiano, Totò Di Natale. Ma tu pensa?! L’attaccante che va ad elogiare l’estremo difensore. Cose dell’altro mondo, ma che sono nel mondo. Perchè Sorrentino è proprio questo: un’eccezionalità di pura lana caprina, di una qualità che non è merinos ma addirittura aliena, proveniente da un’altra galassia.

Gli inizi di Stefano Sorrentino

Stefano nasce a Cava dei Tirreni, un piccolo comune nei pressi di Salerno. Tuttavia i suoi inizi non sono campani: la sua formazione avviene in uno degli ambienti più prolifici di talenti caprini, la S.S. Lazio. È dalle giovanili laziali che muove i primi passi, in quel difficile pascolo che è il calcio italiano. Poi il passaggio con i bianconeri virgulti della Juventus.
Per lui però non è abbastanza: il ragazzo è troppo magnifico per stare nelle semplici giovanili bianconere e quindi arriva il trasferimento come riserva al Torino, passando poi per l’illustre Juve Stabia senza però ancora mai scendere in campo da “grande”.

L’annata super a Varese

La svolta arriva nel 2000-2001, quando il Varese lo fa esordire tra i pali. Stefano è devastante: si allunga, si distende sugli angolini della porta, salta tra i pali come una capra salta per gli appennini campani. Un grave errore privarsene quello del Torino. In quell’anno il presidente granata è Attilio Romero che, dopo aver riconosciuto la classe caprina cristallina di Sorrentino, lo riporta nelle file della società granata.

L’esordio in A col Torino

Arriva finalmente l’agognato esordio in Serie A: il Torino affronta un aggueritissimo Lecce. Sembrava una sconfitta inevitabile e di larghe maniche, ma il caprino prodigio di Cava dei Tirreni c’è, e regala un pareggio importante per il destino della società granata. Il Toro comunque a fine stagione retrocederà, questo però avverrà soprattutto a causa di un altro grave errore che riguarda ancora una volta Stefano. L’allenatore Camolese infatti preferisce tra i pali Bucci invece del giovane prodigioso Sorrentino. In Serie B però qualcosa si muove ancora: è il nuovo coach Ezio Rossi (un vero segugio di talenti tra i fili di lana caprina) che lo consacra titolare tra i pali, e guarda caso il Torino torna in A. O meglio, ci riesce sul campo ma la promozione viene revocata per fallimento della società granata, quindi Stefano si svincola.

Gli anni tra Grecia e Spagna

Le tre stagioni successive sono un coronamento della sua immagine internazionale: Sorrentino gioca nell’AEK Atene, gareggiando negli anni tra il 2005 e il 2007 in competizioni internazionali quali la Coppa UEFA e, soprattutto, la Champions League. In Europa scoppia la Sorrentino mania: orde di appassionati sportivi incollati alla televisione per seguire le prodezze di Stefano.
Il 12 luglio 2007 passa quindi in prestito al Recreativo de Huelva, la squadra più antica di Spagna, e conosce quindi anche la Liga ed i suoi campioni

Nostalgia canaglia

Stefano però ha nostalgia dell’Italia. Le gare internazionali non gli strappano dal cuore i ricordi dei campi di pallone italiani, delle società calcistiche di mezza classifica, delle continue lotte per non retrocedere. Ovviamente non gli manca però il retrocedere!

L’occasione Chievo e il ritorno in Italia

E’ qui che il destino bussa alla sua porta. Spagna, dicembre del 2008, pochi giorni al Natale: Sorrentino gira per i supermercati nella disperata ricerca di un panettone, perché senza panettone non c’è Natale italiano. Ma è dura immaginare gli spagnoli con il panettone, loro preferiscono il pan di Spagna (giustamente). Stefano è rassegnato quando a un certo punto, su una strada di periferia madrilena, scorge un uomo che porta a spasso due pandori Paluani: quell’uomo è Luca Campedelli, presidente del neopromosso Chievo Verona e personaggio di punta del mondo dolciario. Tra i due è già alchimia: Sorrentino darà un sogno al presidente e al Chievo, Campedelli da parte sua gli darà i panettoni pure d’estate. Stefano diventa il portiere del Chievo Verona ed una bandiera clivense, come il fraterno amico Sergio Pellissier

Anni d’amore, emozioni e sogni

Un amore che durerà 11 anni (in mezzo solo una piccola parentesi a Palermo) e dura ancora oggi.
Sorrentino non sarà solo l’estremo difensore della squadra veronese: egli è leader, simbolo massimo di una piccola, grande, realtà calcistica che sembra fatta su misura per lui.
Ma Stefano sogna, e sogna sempre in grande. Oggi ha 40 anni, e da grande campione caprino che è non può e non deve fermarsi. C’è un ultimo ostacolo per entrare nelle leggende, un ultimo scoglio da superare: il record di Marco Ballotta.

L’ultima sfida

Questo il sunto del Sorrentino-pensiero a riguardo: “Ballotta. Solo lui. Io devo sconfiggere quell’uomo. E quell’uomo dovrà guardarmi negli occhi quando lo sconfiggerò. Ci vuole un portiere per bloccare un altro portiere. Ballotta aspettami e guardami mentre ti sorpasso!

La sfida è lanciata. A noi non rimane che attendere fiduciosi la sfida tra le due leggende.
E per concludere, allora, ancora tanti auguri Sorrentino! affila le corna per coronare il tuo ultimo sogno!

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