Gustavo Bartelt “El Facha” della Roma

Durante l'estate del 1998 la Roma ingaggiò un giovane attaccante argentino dai capelli biondi e la faccia d'angelo, così apprezzato per il suo aspetto da essere soprannominato in patria "Il Bello": ecco la storia di Gustavo Bartelt.

Il ricordo di Gustavo Bartelt, attaccante argentino dalla vistosa chioma bionda stile Caniggia con un brevissimo passaggio sulla sponda giallorossa della Capitale, resiste ancora oggi in diversi tifosi della Roma.
Tutto per “colpa” di 4 memorabili minuti in un Roma-Fiorentina di fine anni ’90, dove Gustavo ribaltò da solo una partita compromessa fornendo due assist decisivi per i gol di Alenichev e Totti. Abbagliando, per la prima, unica ed ultima volta, lo Stadio Olimpico.

La carriera di Gustavo Bartelt

Gustavo Bartelt nasce a Buenos Aires il 2 settembre del 1974. Attaccante rapido e scattante, molto abile nel dribbling, inizia la sua carriera in Argentina, nell’All Boys, dove segna 27 gol in 92 partite.
Guadagna così il trasferimento in Primera Division al Lanús, con cui nella stagione 1997/1998 realizza 15 gol in 17 partite (meglio di lui soltanto il Pampa Sosa con 17 centri), attirando su di se le attenzioni dei club di mezza Europa.
Gustavo sembra un talento pronto ad esplodere, forte anche di un bell’aspetto che non guasta mai e che gli vale il soprannome di “El Facha”, ovvero “Il Bello”. Così, le porte del calcio europeo non tardano ad aprirsi.

Bartelt alla Roma

Nell’estate del 1998 la Roma lo preleva sborsando 13 miliardi, con la prospettiva di farne il terminale offensivo dell’attacco di Zdenek Zeman. Con il boemo, però, il feeling non scatta, così dopo un ottimo precampionato ed un gol all’esordio in Coppa Italia contro il Chievo Verona, il giovane argentino viene, di fatto, accantonato.
Forse proprio a causa del suo aspetto, dei tanti tatuaggi e l’apparenza da divo, l’integralista mister Zeman sembra proprio non vederlo, e lo stesso presidente Sensi gli dice senza mezzi termini, dal primo giorno di ritiro, “levati quei tatuaggi e tagliati i capelli altrimenti qui non giocherai mai!”. Bartelt però non lo fa e finisce così per raccogliere solamente scampoli di partite, finendo  addirittura dietro al carneade Fabio Junior nelle gerarchie.

Bartelt super in Roma-Fiorentina

Eppure, ad ottobre 1998 nella partita contro la Fiorentina Gustavo aveva incantato propiziando i due gol con cui i giallorossi ribaltarono in pieno recupero lo 0-1 al 90′ in un 2-1 al 94′. Una prestazione splendida di quello che sarebbe dovuto essere l’erede di Abel Balbo, fatta di dribbling ubriacanti, strappi a tutta velocità ed assist al bacio, che però non bastò a convincere Zeman a schierarlo con continuità. Nella sua prima stagione giallorossa raccoglierà infatti solamente 12 presenze senza mai segnare, non vedendo più il campo da marzo.
A fine anno Zeman va via e viene sostituito da Fabio Capello, ma la situazione non cambia. Bartelt affronta il ritiro da separato in casa e durante la prima parte dell’annata 1999/2000 mette a referto solo 3 presenze e 0 reti.

Gli anni bui e lo scandalo passaporti

A gennaio 2000 si trasferisce quindi in Inghilterra, all’Aston Villa, dove non gioca però neanche una partita. Nel 2000/2001 passa al Rayo Vallecano dove totalizza 12 partite segnando 1 gol, il primo ed unico della sua carriera in Europa. Alla fine della stagione lascia la Spagna per problemi giudiziari legati allo scandalo passaporti falsi, restando fermo per due anni.
Scontata la squalifica, nel 2003/2004 viene ingaggiato dal Gimnasia de La Plata, per una stagione da 18 presenze e 0 gol. L’anno successivo passa al Talleres e poi al Gimnasia Jujuy, ma anche in questi club non mette a segno alcuna rete. Rimane così svincolato alla fine del 2006.
Dopo due stagioni di pausa, firma per l’All Boys, la squadra di seconda divisione argentina che lo aveva lanciato. Vi rimane fino a 37 anni, smettendo nel 2011 con 2 reti all’attivo in 45 presenze.

L’amore per la Roma di Gustavo Bartelt

Nonostante siano passati ormai più di vent’anni, rimane in Gustavo Bartelt un amore enorme per la Roma, tanto che si è tatuato il simbolo del club giallorosso sulla gamba.
A questo proposito, ha dichiarato: “Roma per me è stata un’esperienza forte, a prescindere da come è andata continuo a seguirla e sarò sempre suo tifoso. Totti è il mio idolo, per me è stato la luce del calcio, ed ho ancora tanti amici di quel gruppo fantastico. In particolare mi sento con Montella, Candela, Aldair e Di Biagio”.
E proprio ai giallorossi è legato il suo più grande rimpianto: “Ogni volta che penso che l’anno dopo il mio addio la Roma vinse lo Scudetto ci sto davvero male!”. Come non dargli ragione? Anche solo da comprimario come capitò ad esempio Alessandro Rinaldi, rimanendo in rosa avrebbe potuto fregiarsi di un titolo storico.

Gustavo Bartelt oggi

Bartelt oggi ha una ditta di costruzioni edili e fa l’allenatore. La sua prima esperienza è stata proprio nel club che lo ha lanciato da calciatore, l’All Boys, guidati da febbraio a settembre del 2019.
Attualmente allena la Primavera del Lanús, altro club del suo passato con la cui maglia incantò il mondo del calcio, prima di scomparire di fatto dai radar come una, lucentissima ma velocissima, meteora.

Bartelt Roma Fiorentina

Nel video che segue potete rivivere le emozioni di quel Roma-Fiorentina in cui Gustavo Bartelt sfoderò la sua miglior prestazione in maglia giallorossa. Mandando al bar tutta la difesa della Fiorentina di Trapattoni.

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